“Il futuro dello smart working”: è questo il titolo di una ricerca rilasciata da Okta, fornitore di una piattaforma cloud per la gestione sicura delle identità e degli accessi, condotta da Censuswide negli ultimi 14 mesi.
Dalla ricerca emerge che dopo più di un anno in smart working i lavoratori, sia manager sia impiegati, desiderano lavorare dove e quando preferiscono. Siamo dinanzi a una nuova definizione dello spazio lavorativo, in cui “si lavora ovunque ci si trovi” e quindi le aziende che intendono essere competitive e attrarre talenti devono ripensare il classico posto di lavoro. La produttività resta la sfida principale, così come la collaborazione e gli aspetti di sicurezza informatica. Le aziende devono affrontare aspetti critici inerenti infrastrutture tecniche e di sicurezza per supportare una forza lavoro distribuita geograficamente, oltre ad allestire gli uffici fisici in modo diverso.
I dati della ricerca sul campione italiano
Sono stati intervistati oltre 10.000 impiegati in 12 settori industriali, di cui 1.003 in Italia (482 donne e 521 uomini), al fine di comprendere le criticità principali derivanti dall’attuale modalità lavorativa ed eplorare la prospettiva del futuro del lavoro da un punto di vista economico, professionale e culturale. Emerge un quadro in cui la pandemia ha rivoluzionato le dinamiche del lavoro che continueranno ad evolvere anche dopo la fine di questo periodo di emergenza.
Il futuro e le aspettative sul lavoro
Secondo il sondaggio, solo il 22% degli intervistati italiani preferirebbe tornare in ufficio a tempo pieno, 5 giorni a settimana. La modalità preferita è il lavoro ibrido (un mix tra smart working e lavoro in presenza) scelto dal 42% (di cui il 46% uomini e il 36% donne). Solo il 20% degli uomini italiani sarebbe felice di lavorare da casa per sempre, rispetto al 14% delle donne.
Avendone la possibilità grazie allo smart working, il 53% dei più giovani, nella fascia 16-34 anni, si trasferirebbe altrove, percentuale che cala al 18% sopra il 55 anni. In generale, il 62% degli impiegati italiani sceglierebbe di rimanere dov’è (il 44% per rimanere vicino alla famiglia).
Analogamente, gli orari di lavoro tradizionali sembrano essere più apprezzati dai senior. Il 52% degli over 55 vorrebbe lavorare negli orari canonici, mentre il 66% dei giovani (tra i 25 e 34 anni) preferirebbe un ambiente asincrono, senza orari di lavoro fissi e con la possibilità di decidere quando lavorare, da dove e con quali strumenti più idonei.
In questo contesto bisogna tuttavia segnalare che il sondaggio coinvolgeva anche settori come l'Education e la Finanza, in cui spesso il lavoro asincrono non è attuabile per limitazioni tecniche o logistiche.
Imprese italiane ancora impreparate
Permettere alle persone di lavorare ovunque e a qualsiasi orario, tuttavia, comporta una sfida considerevole in termini di sicurezza informatica. Sempre secondo il sondaggio, molte imprese italiane sono impreparate: il 39% utilizza le sole password, senza sistemi più evoluti che limitrebbero molto i rischi di frode, perdita o furto di dati. Solo il 28% degli italiani intervistati si affida ad altre soluzioni di sicurezza sicure, come l’autenticazione multi-fattore, e solo il 13% usa i dati biometrici.
Per maggiori informazioni, il report “Il futuro dello smart working” è consultabile:
https://www.okta.com/it/resources/new-workplace-2021/
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