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Progetto Don Bosco, la parola agli sponsor: Tito Gaudio di Elex

24/06/2021

ROMA - “Formare in maniera concreta i giovani per il futuro della sicurezza 4.0” questo il senso del progetto che ha dato vita a tre nuovi moderni laboratori interni, molto sofisticati, nei settori building automation, sicurezza anticrimine, videosorveglianza, controllo accessisicurezza antincendio, con un'annessa area esterna tecnologicamente avanzata, per le simulazioni progettuali e funzionali direttamente in campo.

Abbiamo intervistato le aziende che hanno creduto e investito nei nuovi i laboratori, del Centro Ragazzi Don Bosco di Roma. Ecco le loro testimonianze.

Ne parliamo con Tito Gaudio, CEO Elex.

Il pedagogista Francesco De Bartolomeis definiva i laboratori didattici come luoghi fisici e sociali attrezzati, non un semplice accompagnamento delle attività scolastiche, ma l’ossatura portante della scuola stessa. 

- Quali sono state le motivazioni che hanno spinto il management aziendale nell’aderire a questo innovativo percorso formativo?

"Intanto perché l’invito proviene da un’istituzione che ha segnato la storia della formazione professionale dei giovani in Italia (e non solo). E poi perché l’iniziativa tenta di colmare un vuoto preoccupante nel campo dell’Information Technology e della security in particolare: la cronica mancanza di tecnici seri e preparati, da assumere o con cui collaborare sul territorio".

- L’attività in laboratorio, oltre alla normale attività didattica, quale trasformazione concreta darà agli studenti?

"Tecnologia digitale e realtà virtuale sono ormai sinonimi di carenza (se non assenza) di contatto fisico, umano e materiale. Non può essere così nel mondo della sicurezza, i cui sistemi sono fatti di tante “cose” da fornire e installare. É essenziale, quindi, che gli studenti le tocchino con mano, annusino l’odore dell’elettronica. Nel progetto Ragazzi don Bosco c’è di più: i sistemi non sono solo fatti a pezzi e sparsi sui banchi dei laboratori, ma anche installati, integrati fra loro e perfettamente funzionanti negli stessi ambienti in cui i giovani studiano e si muovono".

- Secondo la vostra vision, quale sarà l’impatto sui mercati della security che avranno queste nuove figure professionali 4.0?

"In Italia il controllo elettronico degli accessi (il segmento della sicurezza di cui ci occupiamo da una vita) segna il passo a fronte di una forte crescita che si registra altrove. È un gap soprattutto culturale. Più che installare il lettore di badge made in China sul cancelletto d’ingresso e la porta del CED, spesso non si va oltre. La speranza è che queste nuove figure, oltre a rimpinguare la rete di professionisti, contribuiscano anche a sensibilizzare il mercato." 

Per approfondire: https://www.secsolution.com/audiovideo-dett.asp?id=596

 

 


maggiori informazioni su:
www.elex.it



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