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Contactless, mobile, digitale: la biometria oltre la pandemia

20/05/2021

della Redazione

Stiamo ritornando a una vita “normale”. Tutto riapre, o riaprirà, con tempistiche diverse a seconda dei Paesi e delle attività. Ma nonostante la campagna di vaccinazione, che in molti Stati sta andando avanti in maniera massiva, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Non solo le mascherine, ma anche tutti i dispositivi di controllo che sono stati introdotti per contenere la pandemia ci faranno compagnia per anni, se non per sempre. E ci sono tecnologie che, proprio a causa del coronavirus, hanno fatto un notevole balzo in avanti nel mercato e si sono consolidate, anche per un futuro, ci auguriamo tutti, senza emergenze sanitarie. E’ il caso della biometria, secondo una ricerca di Research and Markets.

Secondo questa interessante ricerca di Research and Markets, il mercato globale della biometria, nel biennio 2020 al 2021, dovrebbe arrivare al raddoppio. Con cifre peraltro di tutto rispetto per un mercato sinora “di nicchia”: si parla di 4.104,11 milioni di dollari entro il 2025, con un CAGR del 14,71%.

Ma quali saranno gli ambiti nei quali questa tecnologia troverà nuove funzionalità e possibilità di impiego? 

Ambienti di lavoro

E’ intuitivo che la riapertura presenti nuove sfide, tipo mantenere un ambiente di lavoro sano. E, in tale contesto, la rilevazione della temperatura corporea integrata con il controllo accessi diventa sempre più prioritaria. Così come segnalare se una persona in ingresso non indossa il dispositivo di protezione individuale. In questo contesto, la biometria gioca un ruolo chiave, con i lettori integrati con le tecnologie di visione termica per il rilevamento delle temperature elevate. Dispositivi che, quasi sempre, sono di default contactless e quindi evitano anche uno degli altri rischi più frequenti, che è quello di toccare oggetti potenzialmente infetti. 

Nel mobile

Inoltre la biometria si è ormai da tempo evoluta, proprio come tecnologia contactless, anche verso i dispositivi mobili. E’ oggi possibile aprire le porte con il telefono, tramite apposite APP che vanno a sostituire le tradizionali card. Queste APP, tra l’altro, consentono l’autenticazione a più fattori, che diventa un’ulteriore garanzia di sicurezza. 

Retail e hotel

E, andando oltre il virus, le tecnologie biometriche di riconoscimento facciale rappresentano un sistema di sicurezza efficace anche in altri settori. Un esempio per tutti può essere il retail, dove si riesce a migliorare il rapporto con il cliente e le operazioni del venditore. E’ possibile, così, inviare promozioni personalizzate a seconda della posizione del cliente nel negozio o, nel caso degli hotel, riconoscendo la persona, si possono mettere in atto delle strategie di accoglienza sempre più “mirate”. 

Verso l’AI

Le tecnologie biometriche di riconoscimento, quindi, non sono più limitate al controllo accessi, che rappresenta comunque la parte più consistente del mercato. Infatti, si stanno evolvendo verso l’intelligenza artificiale, il deep learning e le tecnologie di visione artificiale, che consentono di abbinare le immagini delle videocamere con i dati presenti in determinati database: insomma, la biometria sta diventando una vera e propria “killer application” nella trasformazione digitale che sta riguardando un po’ tutto il mondo. 

All digital

Perché, se è vero che i sistemi di riconoscimento facciale, al di là del Covid-19, vengono associati ad aeroporti e strutture critiche, pochi sanno che queste tecnologie, oggi, vengono utilizzate anche dai social network, per scopi di marketing, per lo screening dei pazienti (di qualsiasi malattia…) nel settore sanitario, in alcuni Stati per il voto elettronico e, settore in forte aumento, per il mobile banking e tutto il mercato verticale dei pagamenti on line. 

Big brother

Certo, tutto questo può fare un po’ paura, perché sembra di essere catapultati in una scena di 1984, il celebre romanzo di Orwell. Ma, volenti o nolenti, siamo arrivati al 2021, parecchi anni dopo, e ormai il “grande fratello” è veramente ovunque, anche dove non ce lo aspettiamo. E, dobbiamo dirlo, proprio la pandemia ci ha abituato a essere sempre più “controllati”. Che questo sia un bene o no e come confligga col diritto alla privacy, è un discorso che esula da tale contesto. La tecnologia non si può fermare, soprattutto se serve a salvare delle vite o a evitare qualsiasi genere di pericolo.

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

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