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Accessi e antintrusione: separati in casa

02/04/2021

della Redazione

L’introduzione in azienda di un sistema elettronico di controllo accessi basato su badge (transponder o impronta biometrica) deve fare i conti con gli altri impianti di sicurezza installati come, ad esempio, l’antintrusione. Per non generare falsi allarmi (quando l’utente è autorizzato a entrare ma l’impianto è inserito) o rischiare di lasciare l’area senza protezione (se la persona è l’ultima a uscire), i due sistemi dovrebbero dialogare fra loro. Non sempre, purtroppo, è così. Da una parte alcune centraline d’allarme non consentono la minima integrazione, dall’altra molti sistemi di controllo accessi vivono chiusi nel loro guscio. Una convivenza difficile, insomma. Da separati in casa. E pensare che basterebbe poco…

Nelle maggior parte delle aziende italiane manifatturiere o di servizi – a differenza di quel che avviene nei paesi più evoluti – il controllo elettronico degli accessi (basato su badge, transponder o impronta biometrica), è l’ultimo ad avere le chiavi di casa. Considerato dai più un “lusso” da non potersi permettere a cuor leggero, resta fuori dalla porta fino a quando non se ne può proprio fare a meno. In fatto di sicurezza, la precedenza spetta (giustamente) agli impianti più tradizionali quali quelli per proteggersi dalle intrusioni, furto e incendio. Succede che, quando il sistema accessi entra in gioco, deve spesso fare i conti con gli altri impianti già installati e funzionanti da tempo. La soluzione ottimale sarebbe che i vari tasselli del mosaico sicurezza potessero in qualche modo incastrarsi fra loro, ma non è così facile come si crede (o si vorrebbe far credere). Per una serie di ragioni (non solo economiche), gli impianti operano spesso indipendentemente uno dall’altro.

La soluzione manuale

Uno degli impianti col quale un sistema elettronico di controllo accessi deve in qualche modo convivere è quello di allarme. Prima di oltrepassare la soglia di un varco esterno o interno, infatti, oltre a essere riconosciuti e autorizzati, è necessario che l’eventuale sistema antintrusione presente nell’area di arrivo venga disattivato. Analogamente quando un utente abbandona per ultimo l’azienda o un locale, è spesso richiesto che l’impianto venga “armato”. Nella maggior parte dei casi sia il disinserimento che l’attivazione avvengono in modo manuale (digitazione di un codice su una tastierina, chiavetta elettronica, telecomando). Si tratta di un’operazione delicata. La mancata esclusione prima di entrare provoca da parte della centralina l’attivazione di una segnalazione acustica locale e la notificazione dell’evento a distanza (collegamento con la proprietà, istituto di vigilanza o forze dell’ordine). Il mancato inserimento, invece, lascerebbe l’area senza protezione.

Esclusione in entrata

Un moderno sistema elettronico di controllo accessi dovrebbe poter interagire con la centralina d’allarme al fine di automatizzare le procedure manuali, rendendo più sicure e puntuali le funzioni di esclusione e inserimento. Una soluzione, ad esempio, può essere quella di attivare e disattivare l’antintrusione (in toto o per zona) attraverso l’uso di lettori di badge dedicati, in luogo della tradizionale tastierina (chiavetta o radiocomando), con i benefici che ne conseguono in termini di sicurezza di autenticazione e protezione dagli atti vandalici. Un’altra funzione base è quella d’impedire l’accesso all’utente, sebbene identificato e autorizzato, se l’impianto di allarme è inserito. Il Controller deputato a gestire il varco, dopo aver riconosciuto la persona e verificato i relativi diritti di accesso (logici, temporali e spaziali), non comanda l’apertura della porta se rileva, attraverso la verifica di un input, che l’impianto d’allarme nell’area di arrivo è attivo. In questi casi, nelle soluzioni più evolute, il Controller invia un comando di esclusione alla centralina (chiusura temporizzata di un contatto), verifica che la disattivazione avvenga entro un certo tempo e poi apre la porta.

Attivazione in uscita

Anche in uscita un sistema elettronico di controllo accessi può attivare l’impianto d’allarme se, ad esempio, nell’area che si abbandona non vi sono più persone e si è in una determinata fascia oraria. L’automatismo, tuttavia, comporta dei rischi se le entrate e le uscite non avvengono attraverso l’impiego di varchi pedonali che consentano il transito di una persona alla volta (bussole, tornelli, ecc.). Nei casi in cui il conteggio relativo all’occupazione dell’area non sia certo, è bene mantenere la procedura manuale. Le operazioni di attivazione/disattivazione in automatico da parte del sistema di controllo accessi possono essere eseguite da tutti gli utenti riconosciuti e autorizzati ad accedere o da una specifica classe di utenza, H24 oppure secondo determinati profili orari articolati su base settimanale. Gli eventi generati (richiesta di esclusione, avvenuta o mancata disattivazione, attivazione ecc.) sono puntualmente registrati per eventuali successive verifiche.

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