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Protezione di base e attraverso rete idranti: la strategia 6 del CO.P.I.

15/01/2021

di Antonino Panìco - Ingegnere esperto in materia di prevenzione incendi, di impianti di estinzione e di ingegneria della sicurezza antincendio. Formatore Ethos Academy 

Nella progettazione antincendio è importante, e il CO.P.I. lo specifica chiaramente, l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività, sia per la protezione nei confronti di un principio d’incendio, sia per l’inibizione dello stesso. I presidi antincendio da considerarsi nelle condizioni più usuali sono gli estintori d’incendio, come unica misura e in aggiunta gli impianti di protezione attiva, ossia la rete idranti nei casi di rischio vita più elevato, andando rispettivamente a definire un livello prestazionale II e III.

Le soluzioni progettuali conformi per il livello di prestazione III consistono quindi sia nell’installazione di estintori d’incendio a protezione dell’intera attività, installati e gestiti in conformità alla vigente regolamentazione, sia nell’installazione di una rete idranti installata e gestita in conformità alla norma UNI 10779/2014. 

Estintori

Per la scelta degli estintori è importante la classificazione dei fuochi e degli agenti estinguenti definita secondo la natura del combustibile, che non prevede una classe particolare per gli incendi in presenza di un rischio dovuto all’elettricità. Le classi di fuoco estinguibili dai dispositivi dovranno essere indicate con appropriati pittogrammi definiti dalla regola dell’arte e dalla vigente regolamentazione. Nel caso di fuochi coinvolgenti impianti o apparecchiature elettriche sotto tensione, la scelta di estinguenti o mezzi di lotta contro l’incendio dovrà essere effettuata tenendo conto della valutazione del rischio di elettrocuzione cui potrebbe essere sottoposto l’utilizzatore durante le operazioni di estinzione. 

Rete idranti

Per quanto riguarda invece la rete idranti, essa è costituita da un sistema di tubazioni per l’alimentazione idrica di uno o più apparecchi di erogazione, che si compone dei seguenti componenti principali: alimentazione idrica; rete di tubazioni fisse, ad uso esclusivo, preferibilmente chiuse ad anello; attacco di mandata per autopompa VVF; valvole d’intercettazione; apparecchi erogatori. 

Norma e strategia

Relativamente alla progettazione della rete idranti, e nello specifico nella definizione del livello di prestazione della stessa, si evidenzia che i quantitativi di sostanze pericolose, in lavorazione ed in deposito, sono ovviamente da considerarsi significative per la scelta del livello di prestazione indicato nella norma stessa (da non confondersi con il livello di prestazione indicato dalla strategia).

Per inciso: livello III della strategia significa che l’attività deve avere come presidi antincendio estintori ed idranti. Livello III della norma significa invece che l’impianto deve avere delle prestazioni particolari in termini di numero di presidi contemporaneamente funzionanti e tempo di erogazione. Altro esempio: livello II della strategia significa che l’attività deve avere come presidi antincendio solo estintori e non idranti. Livello II della norma significa invece che l’impianto deve avere delle prestazioni particolari in termini di numero di presidi contemporaneamente funzionanti e tempo di erogazione, ovviamente inferiori al livello III.  

Per aree di livello II

Una rete idranti progettata secondo normativa UNI 10779/2014 (aree di livello II) può essere alimentata e derivata direttamente da acquedotto comunale, quindi con un tipo di alimentazione singolo. La rete dovrà essere distinta da quella del normale approvvigionamento idrico. L’impianto dovrà essere dimensionato (limitandosi alla protezione interna) in modo tale di garantire il simultaneo funzionamento di almeno 3 idranti a muro UNI 45 a 120 l/min con pressione residua al bocchello di 2 bar per 60 minuti di autonomia. Passando al livello superiore, gli idranti diventano 4 con una urtata di 120 minuti. La protezione esterna, se da realizzare, rimane in capo al progettista secondo la sua valutazione del rischio e lo stesso dicasi per la tipologia di alimentazione, che può essere richiesta di tipo ridondante e più cautelativa in determinati specifici casi, ma sempre secondo le considerazioni del progettista.

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

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