giovedì, 16 maggio 2024

Articoli

Scarica allegato

Turismo: il settore più colpito cerca nuove soluzioni

14/09/2020

della Redazione 

Per ripartire in sicurezza al settore turistico servono regole chiare e condivise: la normazione volontaria è una garanzia per la qualità, la sicurezza e la tutela dei luoghi di lavoro e per l’intero settore turistico. Con questi presupposti UNI - Ente Italiano di Normazione - e Federturismo hanno istituito il tavolo di coordinamento “Sicurezza da Covid19 del comparto turistico” per definire delle linee guida per il settore.

Le prime due prassi di riferimento frutto di questo tavolo riguardano le strutture turistico ricettive all’aria aperta (es. villaggi turistici e camping) e gli impianti di risalita. I due documenti sono stati elaborati rispettivamente in collaborazione con ASSITAI - Associazione delle imprese del turismo all’aria aperta e ANEF - Associazione Nazionale Esercenti Funiviari. 

Villaggi turistici, campeggi

Secondo la Prassi di Riferimento UNI/PdR 95.2:2020 “Linee guida relative alle misure per il contenimento del rischio di contagio da COVID-19 del comparto turistico – Strutture turistico ricettive all’aria aperta”, campeggi e villaggi dovranno prevedere in ogni area una serie di procedure ordinarie e un protocollo di procedure straordinarie per gestire casi sospetti o confermati di contagio. All’ingresso, prima del check in, occorre istituire un presidio di controllo sanitario per verificare la temperatura di ogni ospite. Il documento dettaglia le procedure di pulizia e sanificazione/igienizzazione dei vari spazi ricettivi (area giochi, mini club, aree sportive, servizi igienici). La prassi individua poi la classe di aggregazione sociale all’interno della struttura all’aria aperta intorno al parametro 3 e 4 (medio e alto) e una classe di rischio bassa e medio bassa. 

Impianti di risalita

La Prassi di riferimento UNI/PdR 95.1:2020 identifica tre fasi ove occorre applicare specifiche misure: accoglienza della clientela, trasporto e uscita dall’impianto. Nella prima e terza fase l’impianto deve garantire la separazione dei flussi di clientela, rispettando il distanziamento sociale; durante il trasporto si raccomanda ai passeggeri di indossare guanti e mascherine, mentre l’impianto deve assicurare la corretta areazione. Il personale deve essere dotato dei necessari DPI e avere a disposizione i dispositivi per le eventuali persone da soccorrere.

Comunicato congiunto al Governo

Le organizzazioni di rappresentanza datoriali e sindacali del settore turistico, allarmate dalla crisi del turismo italiano (13% del PIL), hanno chiesto un rapido rifinanziamento degli ammortizzatori e misure di sgravio del costo del lavoro e di finanziamento delle attività. Il tutto con la massima urgenza: gli ultimi dati INPS (maggio) quantificavano in 137 milioni di ore il ricorso all’integrazione salariale per alberghi e ristoranti e molte imprese hanno già esaurito la “dote” di 18 settimane di integrazione salariale. Parliamo di un settore che negli anni scorsi ha occupato, in estate, 1.430.000 persone, di cui 730mila con contratti a termine.

Protocollo “Accoglienza Sicura”

Assohotel Confesercenti, Federalberghi Confcommercio e Confindustria Alberghi hanno elaborato un protocollo nazionale che individua efficaci misure di prevenzione a tutela di ospiti e personale. Il protocollo “Accoglienza Sicura”, redatto da una task force delle diverse categorie con l’ausilio di consulenti ed esperti, intende garantire l’equilibrio necessario ad erogare servizi in condizioni di sicurezza e sostenibilità.

In conclusione

I primi bilanci sono molto negativi, anche se le statistiche sul turismo possono non risultare veritiere al 100%, dovendo misurare un insieme di servizi molto eterogenei. Le perdite minori si sono registrate in prossimità delle città (riviera romagnola e veneta, laghi), con minivacanze mordi e fuggi. La riduzione dell’offerta di ospitalità ha anche falsato il “tutto esaurito” che si è registrato in alcune aree, con un effetto ulteriormente negativi: alcuni turisti sono rimasti a casa per mancanza di hotel. E questo nonostante il famoso “bonus vacanze” abbia interessato oltre un milione di famiglie, per un totale di 450 milioni di euro. La maggior parte dei bonus è finita in Emilia-Romagna,  Puglia e Toscana. Per un bilancio definitivo si attendono però ovviamente i dati di settembre.

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

Scarica allegato


Tutti gli articoli