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Unità di alimentazione per sistemi antincendio

16/09/2019

di Luciano Calafà - Responsabile Sviluppo Prodotti Wolfsafety by ELP

“Il gruppo di alimentazione ausiliaria per sistemi antincendio consente di garantire alimentazioni supplementari quando gli assorbimenti sono elevati oppure alimentazioni decentrate in caso di particolare estensione degli impianti. Purtroppo capita che si sottovaluti il dimensionamento di questa parte dell’impianto, col rischio di non poter garantire il funzionamento ottimale del sistema o, nella migliore delle ipotesi, di ricorrere ad un sovradimensionamento prudente. Per valutare la misura di questi alimentatori, e in particolare delle batterie in essi contenute, si deve innanzitutto confermare che l’impianto sia presidiato.

Normativamente parlando, un impianto presidiato prevede la presenza di personale, anche non qualificato, ma istruito in modo da saper avviare una semplice procedura di richiesta intervento. In alternativa supplisce anche una chiamata automatica, che però deve rispondere ai requisiti posti dalla norma EN54-21. Quindi, in caso di impianto presidiato, la norma UNI 9795 prevede l’obbligo di disporre di un’autonomia di alimentazione di 24 in St-by e successivi 30 minuti di allarme. Autonomie che aumentano considerevolmente in caso di impianti non presidiati, che si evitano per quanto possibile.

Dimensionare le batterie

Per poter dimensionare batterie e alimentatore occorre conoscere i consumi a riposo e in allarme dei dispositivi facenti parte della sezione di impianto appoggiata all’alimentatore da dimensionare. 

Facciamo un esempio: somma delle correnti dei dispositivi a riposo alimentati dalla stessa unità = 0,7A. In 24 ore arriviamo a 16,8Ah: è evidente che la batteria da 18Ah, o quella che si ritiene equivalente da 17Ah, non può essere sufficiente! (attenzione: il valore della batteria è prescritto nelle istruzioni dell’unità certificata, quindi non è detto che la batteria da 17Ah possa sostituire quella da 18 Ah!).

E quando aumenta l’assorbimento in allarme?

Supponiamo che l’assorbimento in allarme salga a 4A. Verifichiamo la corrente di alimentatore: la norma EN54 prevede di poter dichiarare due valori di corrente: Ia e Ib. Ia è la corrente erogabile dall’alimentatore in qualsiasi situazione, anche durante la ricarica della batteria; Ib è la corrente massima erogabile quando non è richiesta la ricarica della batteria. Vale quindi la formula: Ia + Ic = Ib dove Ic è la corrente necessaria a ricaricare la batteria impostata come da norma EN54, ossia: 80% entro 24 ore e completamente nelle successive 72 ore. E’ evidente come Ib non sia da considerare nel funzionamento normale perché impedirebbe la ricarica della batteria in caso di eventi ravvicinati. Nel nostro esempio, quindi, dovendo usare una batteria superiore a 18Ah, considereremo la batteria 27Ah, la cui ricarica può richiedere anche 1,5A.

Rivediamo ora i nostri risultati:  Batteria 16,8 A stby + 2A allarme =18,8A  pari ad una scarica di circa il 70% della batteria da 27Ah (per eventi ripetitivi è un valore eccessivo).  Alimentatore: 4A allarme + 1,5A ricarica  =  > di 5A.

Meglio qualche ampère in più

A questo punto possiamo lanciarci in tutte le approssimazioni prudenziali o speculative possibili, ma ricordiamo sempre che l’evento di cui stiamo dimensionando la protezione è un evento catastrofico che può ben valere qualche ampère in più. Si rammenta che queste apparecchiature sono soggette al Regolamento 305 (CPR), che, per inciso, permette di “immettere” sul mercato solo apparecchiature certificate. 

Più corrente, più batteria

Un’ultima nota: attenzione a non incappare nella frequente approssimazione di un alimentatore con erogazione di corrente “importante” abbinata ad una batteria sottodimensionata. Un alimentatore con elevata corrente (5A o più) presuppone una batteria adeguata a reggere tale carico (e non è detto che la 18 Ah soddisfi il requisito).

Da sapere: il test sulla batteria che l’unità esegue con un periodo inferiore a 4 ore, eseguito come prescritto nella norma EN54, verifica che la batteria sia in grado di erogare la corrente massima dell’alimentatore restando nel range di tensione dichiarato. Se ne deduce che una batteria sottodimensionata rispetto alla corrente di alimentatore verrà dichiarata guasta molto prima, nel tempo, di una batteria correttamente dimensionata, e questo prescindendo dalla corrente di cui l’impianto effettivamente necessita, ma semplicemente per il dato di targa dell’alimentatore.


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