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C come Convergenza, come Cambiamento

09/07/2019

di Giulio Iucci, Peter Mita, Giordano Turati - Rispettivamente: Presidente e Membri del Consiglio Direttivo ANIE Sicurezza

Il comparto Fire & Security in Italia si sta velocemente evolvendo. La digitalizzazione, la logica dell’integrazione e della convergenza ridisegnano schemi e modus operandi che devono essere al passo con i cambiamenti.  “Convergenza”, in primo luogo tra sicurezza fisica e sicurezza logica, è la parola d’ordine ed è uno dei driver del cambiamento del comparto. Contraddistinta da una progressione esponenziale, grazie alla “digitalizzazione” che consente ad ogni sistema di essere collegato, porterà sempre di più alla crescita di soluzioni software che consentano l’interoperabilità dei sistemi. Grazie allo sviluppo tecnologico, la convergenza non è più rimasta solo concettuale e/o di competenza specifica, ma è divenuta “sistemica” ed è questa la vera svolta e visione del futuro, se vogliamo, la sfida.

Tutti gli apparati ed i singoli sottosistemi sono, costantemente ed in tempo reale, connessi tra loro ed in alcuni casi, a loro volta, connessi con gli utenti, come parte di un unico grande “organismo” che può essere “attaccato”, non come in passato, solo direttamente nelle sue “infrastrutture critiche”, ma violando qualsiasi suo componente anche apparentemente residuale che faccia poi da “bridge” per entrare nel cuore dell’obiettivo principale. L’approccio azione-reazione viene quindi superato da ciò che oggi viene chiamato Early Warning. E’ necessario quindi conoscere e comprendere quali siano le criticità portate dalla convergenza tecnologica con relativa connessione globale, utilizzarne tutti i vantaggi, minimizzando i rischi attraverso l’adozione di misure tecnologiche, architetturali e procedurali coerenti e proporzionate al contesto ed al bene da proteggere, sia esso materiale, immateriale o umano.

Ridefinire i ruoli

In questo contesto, motivante e stimolante quanto sfidante allo stesso tempo, il comparto ha bisogno – senza se e senza ma – non solo di ridefinire i ruoli degli attori della filiera – e di integrarne di nuovi, ma anche di dare una precisa connotazione alle specificità di ogni operatore,che gioca un ruolo fondamentale in quella che ci piace definire “evoluzione consapevole”.

I driver a cui non si può rinunciare? Eccoli.

• Saper guardare non solo ai mercati emergenti, ma a quelli “adiacenti” come opportunità di business e non come meri competitor, e quindi essere in grado di differenziare competenze, “risposte” e “soluzioni”.

• Fare network. Questo comparto è fatto da tante idee, iniziative, progetti, molti dei quali vincenti. A volte con l’unico obiettivo di fare budget. Ma il settore nasce, cresce ed evolve se le visioni diventano un grande unicum condiviso nel quale – ovviamente – la competitività sana non solo vince, ma è fattore di crescita e di sviluppo per tutti. Parlarsi, contaminare idee, abituarsi a fare network è sempre vincente.

• Sposare un concetto di qualità olistica. Nel settore della rivelazione fumi (ma non solo) sempre di più si assiste ad un indirizzo di carattere normativo che tende a far convergere prodotti, servizi, attività e processi verso un concetto di total quality, che passa attraverso percorsi sempre più rigorosi di certificazione, non più solo del mero prodotto. Anche per gli impianti di rivelazione incendi, il concetto di “organismo” assume carattere di prevalenza negli strumenti normativi che definiscono i contenuti qualitativi del settore. La convergenza – che tende alla completa interoperabilità degli elementi del sistema - diventa contaminazione positiva, in un continuum nel quale il ruolo dei produttori si fonde con quello degli operatori. Tale processo trova compimento attraverso strumenti formativi in cui associazioni, produttori ed operatori convergono scambiandosi best practice e nozioni tecniche in contesti che di fatto certificano la qualità di chi poi eroga i servizi di installazione e manutenzione degli impianti.

• Focalizzarsi su competenza e professionalità, veri driver di un’evoluzione sana per tutto il comparto. Un’evoluzione “consapevole” non si può improvvisare, ogni professionalità ha una precisa e specifica collocazione in un percorso di soddisfazione del cliente, una peculiarità che non va solo evidenziata chiaramente, ma va valorizzata, al fine di renderla trasparente e riconoscibile. 

• Formazione significa sia conoscere ed essere aggiornati sulle tecnologie a disposizione che evolvono molto velocemente, sia conoscere profondamente le normative. Non saranno più sufficienti le sole conoscenze tecniche legate alla propria attività ma sarà necessaria, già lo è ora, una capacità di gestione delle relazioni interne all’azienda e fuori per costruire un network operativo che superi le tradizionali chiusure soprattutto verso l’esterno. La complessità del momento richiede sinergie e aperture.

• Altro punto nodale, le competenze. Guardare ai mercati adiacenti e conoscerne/idearne  le possibili integrazioni, valutando tutte le applicazioni utili per la propria specializzazione. La competenza deve portare alla visione delle soluzioni in un’ottica di integrazione globale tra security e servizi/settori collaterali.


maggiori informazioni su:
aniesicurezza.anie.it



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