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Videosorveglianza urbana: il quadro normativo

07/03/2019

di Pierdavide Scambi - Studio Scambi Vicenza www.studioscambi.com

I sistemi di videosorveglianza urbana esigono una progettazione di tipo multidisciplinare perché non solo utilizzano tecnologie e protocolli avanzati, ma sono un connubio di conoscenze di progettazione specifiche della sicurezza, di normative e disposizioni di carattere urbanistico. Questa branca tocca dunque ambiti regolamentati da precise e puntuali norme, a seconda di dove si deve collocare l’impianto. 

Tra i principali cardini per delineare il quadro normativo che definisce un’opera pubblica di videosorveglianza urbana, si staglia il piano urbanistico comunale. Molto spesso le installazioni vengono realizzate all’interno di centri storici tutelati dalle belle arti: occorre quindi chiedere l’autorizzazione ed uniformare l’estetica del sistema al luogo da sorvegliare (es. camuffare antenne o speciali ancoraggi). Per esigenze di carattere geologico, può essere necessario dimensionare e calcolare secondo precisi requisiti territoriali la progettazione di plinti e basamenti a sostegno degli impianti trasmissivi. 

Leggi e Direttive

Nella progettazione è sempre essenziale tener conto delle norme in materia di esposizione ai campi magnetici, trattandosi di apparati trasmissivi che emettono nell’etere dei segnali. La Direttiva n.558/SICPART/421.2/70/224632 del 2 marzo 2012 “Sistemi di videosorveglianza in ambito comunale” fornisce poi agli Enti Pubblici indicazioni sulle modalità di installazione di impianti di videosorveglianza, con lo scopo di allineare le PA alle più moderne tecnologie e, soprattutto, alle nuove esigenze delle Forze dell’Ordine e della cittadinanza. Non meno importanti, le indicazioni del Garante Privacy sui luoghi frequentati da lavoratori o settori specifici (ospedali, luoghi di culto e centri storici).

Codice dei contratti pubblici 

Un ulteriore livello di conoscenza specifico, che il progettista deve possedere, riguarda il Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 Codice dei contratti pubblici (G.U. n.91 del 19-4-2016 – s.o. n.10), che detta - in termini di elaborati e modalità di scelte economiche, elenco prezzi e caratteristiche minime – ciò che poi verrà espresso nel progetto esecutivo e, al termine del percorso, nel certificato di regolare esecuzione o collaudo.  

Norme tecmiche

Il progettista, quindi, deve rispettare il sancta santorum delle specifiche di carattere elettrotecnico e normativo, conoscendo esattamente tutte le più recenti norme EN e CEI. L’ultima della serie EN 62676 detta i requisiti e le raccomandazioni per la scelta, progettazione, installazione, messa in servizio e manutenzione di sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza. Ad Aprile 2018 il CEI ha pubblicato in italiano la norma CEI EN 62676-4 dal titolo “Sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza – Parte 4: Linee guida di applicazione”. Tale norma fornisce le raccomandazioni e le prescrizioni per la scelta, la pianificazione, l’installazione, la messa in servizio, la manutenzione e le prove di sistemi di videosorveglianza costituiti da uno o più dispositivi di acquisizione immagini, interconnessioni e dispositivi di gestione immagini destinati a essere utilizzati in applicazioni di sicurezza. Le finalità di questa norma sono quelle di fornire un metodo per assistere gli acquirenti, gli installatori e gli utilizzatori nella definizione delle loro esigenze, di assistere i redattori di specifiche e gli utilizzatori nella determinazione degli apparati idonei richiesti per una specifica applicazione, nonché di fornire un metodo di valutazione obiettivo delle prestazioni di un sistema di videosorveglianza.

La Bibbia del progettista

• Legge 22 febbraio 2001 n. 36 – Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici;

• D.Lgs. n.259/03 (Codice delle comunicazioni elettroniche) – definisce su scala nazionale le modalità per l’installazione e/o modifica degli impianti per telefonia mobile e per gli apparati per la radiodiffusione sonora e televisiva e in generale di tutti gli impianti radioelettrici;

• DPCM 8 luglio 2003 – fissa i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti;

• DPCM 8 luglio 2003 – Fissa i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 Hz e 300 Ghz;

• CEI 46-7 cavi elettrici per sistemi di sicurezza;

• CEI 64-8 impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 Vca e 1500 Vcc;

• CEI EN 50132-2-1 sistemi di allarme - Impianti di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza Parte 2-1: Telecamere in bianco e nero;

• CEI EN 50132-4-1 Sistemi di allarme - Sistemi di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza Parte 4-1: Monitor in bianco e nero;

• CEI EN 50132-5-1 sistemi di allarme - Sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza - Parte 5-1: Trasmissione video - Requisiti generali per le prestazioni della trasmissione video;

• CEI EN 50132-5-2 sistemi di allarme - Sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza - Parte 5-2: Protocolli di Trasmissione Video IP;

• CEI EN 62676-4 Sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza – Parte 4: Linee guida di applicazione”. 



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