lunedì, 6 maggio 2024

Articoli

Unità di alimentazione per sistemi antincendio

27/07/2018

di Luciano Calafà - Responsabile Sviluppo Prodotti - Wolf Safety (di ELP snc)

È noto che quando il pericolo può coinvolgere le persone, oltre ai beni, le normative imposte diventano molto più severe. Per questa ragione era stata emessa la Direttiva CE 89-106, denominata anche CPD, che si applicava a tutti i prodotti da costruzione (dai cementi ai laterizi e tutto ciò che è impiegato nelle costruzioni). Questa Direttiva è oggi sostituita dal Regolamento 305-2011 che, in quanto tale, non richiede alcun recepimento da parte degli stati membri ma diviene obbligatorio automaticamente. Lo scopo di questa trasformazione è il superamento delle barriere protettive nazionali e la facilitazione del passaggio dei prodotti certificati da uno stato all’altro.

Il fine della certificazione è la sicurezza del prodotto, ovvero la garanzia che esso sia progettato, costruito e sorvegliato nella produzione al fine di garantire costantemente la conformità alle norme. Il sistema di attestazione assegnato prevede, da parte del produttore, il controllo permanente interno della produzione di fabbrica e prove su campioni prelevati dalla produzione secondo uno specifico programma di controllo (ecco perché la certificazione CPR è sempre associata ad un sistema di qualità, certificato o almeno operante). L’organismo di certificazione provvede a tre incarichi: le “prove iniziali del tipo”, nel nostro caso riferite alla norma EN54-4, l’ispezione iniziale di fabbrica e dei suoi procedimenti di controllo della produzione, e la sorveglianza, valutazione e approvazione permanente del controllo della produzione. L’organismo di certificazione e/o di sorveglianza è notificato dall’autorità competente (in Italia dal ministro dell’Interno e delle Infrastrutture) e la notifica è comunicata in ambito europeo. Al termine di tutte le verifiche, l’ente notificato emette la Certificazione di Conformità, corredata degli opportuni file tecnici, sulla base della quale il costruttore procede ad effettuare la propria Dichiarazione ai fini della marcatura CE.

Nota importante: la dichiarazione CE per i prodotti sottoposti al Regolamento CPR non può essere prodotta senza Certificazione dell’ente notificato, infatti la marcatura CE sul prodotto è abbinata al numero identificativo dell’ente notificato (0051 per IMQ) e al numero del Certificato di conformità emesso. L’etichettatura costituisce quindi elemento necessario e di ampia visibilità per la corretta scelta del prodotto da parte dell’installatore e di garanzia per l’utenza finale.

NORMA EN54-4

Questa introduzione era necessaria per mostrare l’impegno, la responsabilità e la competenza che devono di necessità investire tutti gli operatori del settore. E veniamo ora alle competenze tecniche. La norma di riferimento è la EN54-4, che specifica che:

• in assenza della tensione di rete, l’unità deve inserire automaticamente la batteria senza interruzioni;

• l’unità deve assicurare che l’alimentatore eroghi la corrente richiesta dal carico anche in assenza, malfunzionamento o corto circuito della batteria;

• l’unità deve ricaricare autonomamente la batteria assicurando la ricarica all’80% entro le prime 24h, e al 100% entro le successive 48 con una tensione compensata in funzione della temperatura ambiente nel range da -5° a +40C°, e contemporaneamente deve poter erogare al carico la corrente massima dichiarata definita nella norma come Imax a;

• l’unità deve visualizzare gli stati operativi del sistema e in particolare segnalare le seguenti anomalie: a) perdita della tensione di rete entro 30 minuti; b) perdita della batteria (interruzione, distacco, cortocircuito) entro 15 minuti; c) batteria esausta o con alta resistenza interna (quando la batteria non è più in grado di erogare al carico la corrente massima dichiarata per l’unità) entro 4 ore; d) rottura del circuito di ricarica e dei circuiti o protezioni associati entro 30 minuti.

Da queste specifiche si evincono alcune semplici considerazioni:

A) il test di batteria verifica che quest’ultima sia in grado di erogare, da sola, la corrente dichiarata al carico senza che vi sia un calo della tensione sotto al valore minimo dichiarato. Va da sé che per alte correnti di alimentatore sia necessario utilizzare batterie di alta capacità e questo per due ragioni: a) l’autonomia, che richiede capacità di batteria in grado di sostenere il periodo di autonomia richiesto con le correnti che hanno portato alla scelta dell’alimentatore; b) minore è la capacità di batteria utilizzata rispetto alla corrente richiesta e prima il test ne dichiara il guasto per incapacità di erogare la piena corrente. Apprezzabile la possibilità di impostare sullo stesso alimentatore batterie di capacità differente;

B) la batteria da utilizzare deve essere esattamente quella indicata nel manuale e testata per la certificazione proprio perché siano garantite le correnti in gioco e i tempi di ricarica;

C) uscite di allarme e stati operativi: la norma prevede almeno un’uscita di allarme per tutte le situazioni di guasto citate. E’ ovvio che un’uscita per ogni situazione consente di inviare alla centrale informazioni precise da archiviare nella memoria storica e consentire interventi efficaci e risolutivi.

Una raccomandazione: tutte le unità sono dotate di un sistema di fissaggio per le batterie. La certificazione infatti prevede anche il superamento di una severa prova di vibrazione su tre assi a 0,1 G e prove d’urto nei punti ritenuti sensibili con una energia di 0,5J. E’ quindi essenziale il fissaggio delle batterie per non distruggere l’intero contenuto della unità. Per i sistemi di Evacuazione fumi è richiesta la certificazione di un’ulteriore norma specifica: la EN12101-10:2006.


maggiori informazioni su:
www.wolfsafety.it



Tutti gli articoli