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Videosorveglianza in crescita ...e la videoverifica?

20/07/2018

della Redazione

Oltre metà dei professionisti della sicurezza (56%) ha registrato negli ultimi dodici mesi un deciso aumento nella richiesta di soluzioni video: è questo il dato principale emerso della survey focalizzata sulle soluzioni di videosorveglianza e videoverifica rivolta agli installatori da RISCO Group. La conferma della crescita si trova anche nel rapporto ANIE Sicurezza dello scorso novembre, dove il comparto segna +5% nel 2017, per 2.5 miliardi di euro di fatturato. Uno dei fattori trainanti, in linea con l’indagine condotta da RISCO, è quello degli impianti di videosorveglianza, che registrano una crescita a doppia cifra (+10%), grazie anche alle evoluzioni abilitate dalla tecnologia negli ultimi anni. E la videoverifica?

Alla luce dei segnali positivi lanciati dal mercato, RISCO ha approfondito, attraverso il confronto con i propri installatori, i trend relativi alle soluzioni video, e ha investigato la conoscenza e la percezione della tecnologia da parte degli utenti finali. Se la videosorveglianza si conferma ormai essere parte delle soluzioni più conosciute e richieste dai clienti (64%), la percentuale è più che dimezzata (27%) quando si parla però di soluzioni di videoverifica.

SCONOSCIUTA MA PROPOSTA

Sebbene il cliente finale risulti poco consapevole delle funzionalità e delle avanzate opportunità offerte dalla videoverifica, quest’ultima viene tuttavia progressivamente proposta dagli installatori con una maggiore incidenza (75%) rispetto alla videosorveglianza (50%). Infatti, conoscendone ampiamente le caratteristiche tecniche, i professionisti della sicurezza la ritengono maggiormente in linea con le esigenze emergenti, i nuovi stili di vita e un quotidiano che vede ormai la gente sempre più a proprio agio con tecnologia e mobilità, e soprattutto per andare incontro alla richiesta crescente di tenere sempre sotto controllo in tempo reale ciò che ci sta a cuore (1).

OSTACOLI ALL’ADOZIONE

Lo scoglio principale all’adozione di soluzioni video risulta essere il costo (63%), seguito dalla poca dimestichezza con dispositivi abilitati (21%). Interessante, tuttavia, notare la preoccupazione e la diffidenza diffusa tra gli utenti italiani (9%) per quanto riguarda l’aspetto privacy. Tema, questo, quanto mai attuale per la normativa GDPR recentemente entrata in vigore, che interessa anche i dispositivi di videosorveglianza e che prevede, in alcuni casi, una specifica dichiarazione in merito. L’indagine ha però evidenziato che solo un installatore su quattro conosce effettivamente la normativa e si sente di poter consigliare i propri clienti in merito, mentre più di metà (60%) ammette di non conoscere le situazioni in cui è necessario dichiarare la presenza di dispositivi video. “L’indagine ha messo in evidenza come una percentuale ancora molto alta di professionisti non abbia dimestichezza con il tema privacy. Varie sono state le attività formative già realizzate nel 2018 da RISCO in questo senso, come per esempio 15 tappe di un roadshow organizzato insieme a Ethos Academy, e agli Avvocati Roberta Rapicavoli e Marco Soffientini, che hanno voluto offrire strumenti concreti di supporto all’attività quotidiana degli installatori” - ha dichiarato Ivan Castellan, Branch Manager di RISCO Group Italia.

Nota:
(1) La soluzione RISCO VUpoint consente di ricevere - in caso di un evento che fa attivare l’allarme - clip video o immagini per verificare l’origine del problema e decidere se segnalare la situazione alla Polizia; è inoltre possibile richiedere immagini in tempo reale – in qualsiasi momento e ovunque. Anche nel caso in cui non ci sia nessun allarme reale, la video verifica on-demand garantisce maggiore tranquillità sullo stato della propria abitazione. http://www.riscogroup.com/italy/



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