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Scuole: non prigioni, ma ambienti sicuri

15/05/2018

di Elvy Pianca

Il settore education e la sicurezza: un tema quanto mai attuale. Se, infatti, all’estero sono frequenti gli attacchi a scuole e Università, da noi la situazione degli stessi edifici è in troppi casi davvero allarmante. Il mercato, però, è in continua crescita. Anche se il problema resta come non trasformare le sedi educative in prigioni. Le soluzioni tecnologiche ci vengono in soccorso, passando dalle card sempre più intelligenti ai controlli biometrici per ciò che riguarda gli accessi e a sistemi di videosorveglianza non invasivi ma sempre più perfezionati, che utilizzano, per la trasmissione dei dati, il PoE e software di videoanalisi in grado di “discriminare” quello che realmente serve.

La sicurezza nel settore “education”: un tema scottante, controverso e drammaticamente attuale. All’estero, soprattutto negli Stati Uniti, non si contano ormai più gli attacchi di folli o squilibrati a scuole, campus, Università. Da noi, in Italia, al momento ci si “limita” a pestaggi tra studenti o, ultimamente, a insegnati da parte di genitori furibondi, ma, per contro, la situazione strutturale delle scuole è, come si suol dire, da Terzo Mondo e il dibattito sulla sicurezza si scontra, anche nella aule della politica, con l’esigenza di salvaguardare la privacy degli studenti, in particolare se minori. Tralasciando le considerazioni di carattere pedagogico e morale, che non sono tema di quest’articolo, e fermandosi solo sugli aridi numeri, la prima cosa da notare è che, secondo l’istituto di ricerca Transparency Market Research, sembra brutto a dirsi, ma i ripetuti attacchi a scuole e Università stanno facendo lievitare questo mercato verticale, insieme con l’esigenza di sistemi di sicurezza sempre più perfezionati e, nello stesso tempo, a basso costo. Fra l’altro, senza dover pensare per forza ad atti estremi, l’incremento di piccoli furti, atti vandalici e ingressi non autorizzati nelle strutture educative stanno facendo aumentare le esigenze di sicurezza davvero in tutto il mondo. Se a ciò si aggiungono le normative governative, che quasi ovunque insistono sul miglioramento delle scuole e Università, anche dal punto di vista fisico, è intuitivo che il mercato education segni quasi ovunque numeri positivi, con un trend di aumento costante, ci dicono gli esperti, che è partito dal 2015 ed arriverà al 2023.

CONTROLLO ACCESSI

Tuttavia, la gestione della sicurezza negli istituti di istruzione sta diventando sempre più complessa a causa di diversi fattori. Se, infatti, da un lato i progressi tecnologici consentono di avere delle soluzioni sempre più “easy-to-use” ed a costi anche contenuti, dall’altro gli ambienti scolastici o universitari non possono certo diventare delle prigioni: il binomio “apertura” e sicurezza, in tale contesto, risulta quindi particolarmente complicato. Vediamo quindi le applicazioni e le tecnologie possibili partendo proprio dalla base, il controllo degli accessi. Le scuole, di qualsiasi ordine e grado, Università e, ancora di più, i campus o comunque le strutture con alloggio tipo, da noi, le “case degli studenti”, ospitano un gran numero di persone, la cui popolazione, per giunta, è in costante cambiamento. E’ intuitivo che gli studenti entrino ed escano in continuazione, e fra l’altro, in tutto il mondo, gli episodi di perdita delle chiavi di accesso sono frequentissimi. Nello stesso tempo, gli addetti alla sicurezza devono mantenere un controllo accessi con monitoraggio in tempo reale, altrimenti il sito non sarà mai sicuro…il tutto, ovviamente, con i budget ridotti che, di solito, sono riservati agli amministratori del settore education, Oggi, quindi, la soluzione più diffusa è quella della cosiddetta “one card”: una carta veramente intelligente che, dal punto di vista della sicurezza, supporta le più recenti evoluzioni crittografiche e che consente non solo le tradizionali funzioni di accesso, ma anche, ad esempio, il pagamento dei pasti in mensa, l’accesso alle aule e alle biblioteche, ai parcheggi e a tutte le altre strutture.

VIDEOSORVEGLIANZA

Ovviamente, se parliamo di sicurezza, non è possibile tagliare fuori il TVCC. All’estero, così, dalle scuole primarie alle Università, si stanno diffondendo delle soluzioni di videosorveglianza che comprendono, naturalmente, la videoanalisi e i software di gestione video, che si integrano con il controllo degli accessi. Basilare l’analisi dei video, che, oggi, è in grado di utilizzare un motore di ricerca con intelligenza artificiale (AI) per “scremare” dalle ore e ore di riprese quello che effettivamente serve, aiutando a tracciare in tempo reale il percorso di una persona a piedi o di un veicolo.

INTEGRAZIONE

In un ambiente così complesso, l’integrazione tra i diversi sottosistemi è inevitabile. Sul fronte del controllo accessi e perimetri, la tecnologia consente di utilizzare switch Ethernet robusti che trasmettono le immagini dalla videocamera al registratore digitale. Il monitoraggio così centralizzato migliora la capacità di rispondere rapidamente a qualsiasi attività sospetta, oltre a fornire prove registrate per aiutare ogni successiva indagine. Altra soluzione ad elevata tecnologia - ma nello stesso tempo semplice - per evitare ingressi indesiderati ma consentire, nello stesso tempo, le normali attività didattiche è rappresentata dalla biometria. In molte scuole, ovviamente all’estero, sono già da tempo diffusi i lettori di impronte digitali e, più di recente, quelli dell’iride, che si integrano, naturalmente, con i software di controllo accessi. Ci vogliono appena due secondi, dicono gli esperti, per identificare una persona dall’iride...un sistema molto più veloce rispetto alle carte tradizionali o ai soliti tornelli. E per ciò che riguarda l’infrastruttura di trasmissione, ormai il PoE consente a un singolo cavo di fornire sia la connessione dati che l’alimentazione elettrica a dispositivi quali i controllori delle porte e le telecamere di sicurezza IP. L’infrastruttura PoE si traduce in costi inferiori, maggiore flessibilità con l’installazione e in generale più funzionalità rispetto al cablaggio tradizionale.

NEL BELPAESE

Concludiamo con qualche dato sulla situazione italiana, dove siamo non in alto mare, ma nel più profondo degli oceani. Qui purtroppo mancano proprio le “basi”, se si pensa che i dati del MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca), aggiornati all’anno scolastico 2015/2016, dicono che nove scuole su dieci non hanno nemmeno le strutture antisismiche necessarie per garantire un minimo standard di sicurezza a studenti e docenti. Il rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato nel 2017 da Cittadinanzattiva, nota che nel 18% degli istituti a più piani non sono presenti, addirittura, le scale di emergenza. Manchiamo sul fronte della sicurezza fisica, figurarsi il resto (di recente il sito del Miur è stato hackerato per protestare sulla “Buona Scuola”). E il dibattito sulle telecamere, già presenti in parecchie strutture, è sempre sul filo del rasoio rispetto al diritto alla privacy. Negli asili, ad esempio, che spesso salgono alla ribalta della cronaca nera per casi di violenze sui bambini, ci sarebbe una legge in itinere, ma al momento è ancora in stand-by, mentre le esigenze sarebbero urgenti. Che dire? Se continua così, dovremo accettare la proposta di Donald Trump: per contrastare la violenza nelle scuole, diamo le armi anche agli insegnanti!   



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