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Videosorveglianza VS. fulmini ed altri eventi di extratensione

02/02/2018

della Redazione

I mercati della security e della videosorveglianza continuano la migrazione digitale verso le tecnologie basate sui protocolli TCP-IP. Gli standard del cablaggio strutturato consentono di coprire distanze su rame (UTP) fino a cento metri e, se necessario, su fibra ottica fino alle limitazioni della tecnologia ottica stessa. Il mercato della TVCC è però anche caratterizzato da situazioni al contorno che impongono esigenze e soluzioni molto particolari, che normalmente non sempre si ritrovano nei sistemi di networking. Da una parte abbiamo sicuramente le condizioni ambientali, che quasi sempre rappresentano una sfida per gli apparati di campo; dall’altra, la migrazione verso l’IP passa necessariamente anche attraverso il recupero di cavi esistenti quali RG59, doppini telefonici o comunque cavi di categoria inferiore al CAT5. Con la trasmissione in esterno di dati Ethernet tramite supporti di rame, siano essi o meno quelli standardizzati dalle normative del cablaggio strutturato o “recuperati” da tecnologie e sistemi precedenti, è divenuto necessario considerare la protezione degli apparati di campo e di centro dagli eventi transitori di tensione, inclusi fulmini e altre condizioni di alta tensione.

Quali sono le risposte specifiche della trasmissione Ethernet ai problemi delle sovratensioni in esterno?

Risponde Marco Grasselli, Regional Manager South-Eastern Europe Comnet

Sicuramente, oltre alle regole installative, affidarsi ad apparecchiature che prevedano protezioni intrinseche. È anche buona norma installare uno scaricatore dedicato direttamente sulle porte Ethernet RJ-45 dei dispositivi. Questi dispositivi si collegano semplicemente tra il cavo UTP e la porta di accoppiamento RJ-45 del dispositivo e si rivelano molto utili anche nei casi in cui le linee di trasmissione in rame siano posate in ambienti elettricamente particolarmente rumorosi o in prossimità di apparecchiature o macchinari elettrici. Il tutto nel rispetto delle normative di settore e nel privilegio del mantenimento della sicurezza personale degli operatori, installatori e manutentori che si trovano ad interagire a diverso titolo con l’impianto. www.comnet.net

Diventa quindi necessario scegliere apparecchiature che dispongano di adeguati sistemi di protezione per se stessi e verso gli altri apparati collegati, ma anche prevedere fin dall’inizio le corrette pratiche di installazione per garantire la sicurezza e l’affidabilità di tutto il sistema. Per quanto riguarda i dispositivi in campo o comunque installati in esterno, come ad esempio una telecamera a circuito chiuso o un lettore di controllo accessi, deve essere rispettato rigorosamente il “cono di protezione a 45 gradi”. Idealmente, l’apparato e il suo alloggiamento dovrebbero essere situati sotto un angolo immaginario di 45 gradi a partire dal punto più alto della struttura di supporto o dell’edificio. Se questo non è possibile, deve essere installato un parafulmine adeguatamente collegato a terra, in modo da attirare fulmini o scariche elettrostatiche lontano dall’attrezzatura. Altrimenti, diventa significativo il rischio di un’esposizione diretta al fulmine del dispositivo, dalla quale nessuna tecnologia esistente potrà mai proteggerlo. Un esempio sono le telecamere nei parcheggi dei centri commerciali, che vengono installate su pali metallici dell’illuminazione e che risultano molto sensibili ai fulmini in caso di temporale. Inoltre, se la telecamera è, come in questo caso, montata su una struttura metallica, è necessario tenerla separata elettricamente e meccanicamente dalla struttura stessa. Questo può essere facilmente realizzato con l’uso di viti in plastica o nylon, rondelle e altra ferramenta non metallica, in modo da isolare in modo efficace lo chassis dell’apparato e il relativo cablaggio associato.

MESSA A TERRA

La telecamera e tutte le apparecchiature ad essa collegate devono quindi risultare isolate da terra. Se sulla telecamera, sulla sua custodia o su qualsiasi altra apparecchiatura connessa alla telecamera presente in campo sono presenti punti di messa a terra (vale a dire viti, dadi, ecc.), devono essere individualmente collegati con un cavo di almeno 12 conduttori (non twistati). Tutti i dispositivi (telecamera, faro IR e così via ) devono avere un riferimento di massa comune, come ad esempio lo switch, il mediaconverter, il dispositivo di trasmissione Ethernet su cavo coassiale, ma nessuna di queste apparecchiature deve essere collegata a terra. Questa pratica di messa a terra è definita a singolo punto o a stella ed è altamente efficace per la protezione contro i transitori di alta tensione e i loop di terra. Questo approccio di installazione offre una migliore protezione dell’apparecchiatura dai danni provocati dalla tensione, soprattutto in confronto al normale collegamento a terra e in particolare nelle aree soggette a fulmini. Queste pratiche naturalmente devono sempre essere armonizzate con i requisiti delle norme di sicurezza locali.

OCCHIO AL COLLEGAMENTO

Nel caso in cui si utilizzi un dispositivo di protezione di sovratensione in linea, esso, se possibile, deve essere installato immediatamente adiacente alla telecamera collegando la messa a terra del dispositivo di protezione alla schermatura del cavo sulla telecamera, piuttosto che alla terra. L’effetto di collegare tutti i dispositivi elettrici a massa al margine della rete è analogo a quanto accade quando un fulmine colpisce un’automobile. Tutto ciò che è all’interno dell’auto è alla stessa (alta) tensione, ma non esiste alcun percorso a terra, a causa dell’isolamento garantito dalla gomma degli pneumatici. I passeggeri risultano quindi elettricamente isolati e protetti da elettrocuzione. Tuttavia, nel momento in cui scendessero appoggiando il piede nudo sul terreno, si completerebbe un percorso conduttivo verso terra con evidenti sfortunate conseguenze. Per questo motivo, non bisogna connettere alcun dispositivo di campo a terra per alcun motivo e si rende necessaria una grande attenzione durante gli interventi di manutenzione.

E IN INTERNO?

Alcune accortezze installative vanno applicate anche nelle installazioni in interno. Ad esempio, non bisogna montare le telecamere direttamente sui T-bar dei soffitti, in quanto questi soffitti possono portare tensioni continue che potrebbero danneggiare l’apparecchiatura. Anche piccole differenze di potenziale inoltre possono causare problemi al segnale video, come la presenza di barre, sbavature o altre anomalie. Per le apparecchiature situate in “centro stella” o in sala di controllo, tutti i media trasmissivi in rame e le apparecchiature relative all’installazione devono condividere una terra comune (MBPOE). Si noti che questo punto di terra è normalmente installato dall’impiantista elettrico e dovrebbe esistere in qualsiasi sistema di distribuzione elettrica. A questo scopo non utilizzare mai una messa a terra degli impianti telefonici o televisivi. L’importanza di questo particolare è assicurare che le telecamere, i server, i dispositivi attivi di trasmissione, qualsiasi altra apparecchiatura del sistema e la rete stessa siano tutti allo stesso potenziale elettrico rispetto a terra. In conclusione, l’implementazione di poche semplici e basilari pratiche migliora notevolmente l’affidabilità complessiva dell’installazione dagli effetti di fulmini e altri eventi elettrici potenzialmente dannosi, con un impatto minimo sui costi. Possono inoltre essere utili per eliminare o ridurre disturbi o interferenze al segnale video.  



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