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Rivelazione ed allarme incendio: verifica e manutenzione impianti

01/01/2017

di Piergiacomo Cancelliere, Funzionario Direttivo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nella Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica presso il Ministero dell’Interno.

Oltre ai sistemi di gestione per la qualità e l’ambiente, molte realtà produttive e di servizio, spinte anche dalle recenti novità del TU sulla sicurezza, stanno implementando sistemi integrati di qualità ambiente e sicurezza[1]. Un ruolo fondamentale nei sistema di gestione viene assunto dalle procedure di verifica e manutenzione, dove la maggiore enfasi è sempre destinata ad operazioni atte a garantire le prestazioni nel tempo ai sistemi ed agli impianti rivolti alla produttività. Al fine di assicurare livelli di sicurezza adeguati nel tempo è necessario porre maggiore cura ed attenzione proprio agli impianti non direttamente coinvolti nei sistemi produttivi, come gli impianti di protezione attiva per la sicurezza antincendio. Il presente articolo ha lo scopo di illustrare le modalità di mantenimento nel tempo delle prestazioni degli impianti di protezione attiva focalizzando l’attenzione sugli impianti di rivelazione ed allarme incendio.  

La manutenzione viene intesa come l’insieme di tutte le azioni e gli interventi necessari a mantenere o riportare un componente e/o un intero impianto nelle condizioni che consentano di svolgere le funzioni richieste al sistema. Generalmente, nei sistemi produttivi l’attuazione delle azioni di manutenzione vengono spesso intese come manutenzione straordinaria, legate, cioè, al ripristino di funzionalità dei sistemi al fine della riattivazione delle funzioni svolte. La gestione manutentiva nell’ottica di sistema comprende, invece, in relazione agli impianti e sistemi di produzione di beni o servizi, il controllo prestazionale, la diagnostica tecnica, il monitoraggio continuo ed i controlli non distruttivi. Pertanto, la gestione manutentiva deve relazionarsi con la tecnologia dei sistemi per dar vita alle azioni manutentive[2]. Nel caso di sistemi, impianti ed attrezzature atte a garantire la sicurezza antincendio di un'attività, la gestione delle operazioni di manutenzione diventa ancora più strategica. I sistemi, impianti ed attrezzature di protezione dall’incendio, infatti, generalmente non producono direttamente alcun servizio o bene, ma sono necessari alla riduzione del livello di rischio incendio dell’attività che proteggono, con il duplice obiettivo della salvaguardia delle vite umane e della preservazione dei beni. Nel caso specifico degli impianti di rivelazione ed allarme incendio, atti a garantire la sorveglianza e la pronta risposta all’insorgere di un principio di incendio, l’implementazione di un piano di gestione manutentiva risulta essere necessario per l’attuazione di azioni di verifica e di prova. In assenza del piano di gestione manutentiva, non viene garantita la prestazione nell’evento sfavorevole e remoto degli impianti che sono destinati ad essere chiamati ad operare in tali condizioni, con la conseguente perdita economica dell’impianto, dell’installazione protetta e, soprattutto, delle vite umane.

MANUTENZIONE E CONTROLLI

L’efficienza di un impianto di protezione attiva – sia esso di rivelazione o di estinzione – è tanto maggiore quanto migliore è la cura nella sua conduzione e la qualità della manutenzione effettuata. Il sistema di rivelazione rappresenta il “cuore” di un sistema integrato di prevenzione e protezione attiva, essendo, di fatto, l’elemento sensibile dal quale scaturiscono tutte le azioni successive previste dalla strategia antincendio pianifi cata a protezione dell’attività. Le norme di sicurezza emanate dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco[3] prevedono tutte l’obbligo del registro dei controlli periodici per i sistemi e gli impianti di protezione antincendio al fine di garantire il mantenimento nel tempo delle prestazioni degli impianti stessi e, di conseguenza, garantire nel tempo il livello di sicurezza antincendio dell’attività. Anche nell’ambito della sicurezza dei luoghi di lavoro[4], [5] viene imposto l’obbligo del controllo e della manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio. Per la corretta progettazione delle operazioni di verifica e manutenzione degli impianti di rivelazione ed allarme incendio, risulta fondamentale riferirsi alla norma UNI 11224: “Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi”[6]. La norma UNI 11224 descrive le procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza e il controllo periodico, la manutenzione e la revisione dei sistemi fissi automatici di rilevazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio. Lo scopo delle attività di manutenzione è la verifica della funzionalità degli impianti per la conservazione nel tempo delle loro prestazioni, pertanto la UNI 11224 non si occupa dell'efficacia dell’impianto di rivelazione, che invece è demandata esclusivamente alla norma di impianto (la UNI 9795). È doveroso sottolineare, inoltre, che la norma di manutenzione si applica sia ai nuovi sistemi sia a quelli esistenti. Il documento stabilisce per le operazioni di manutenzione e verifica le fasi, la periodicità e la circostanza nelle quali si rende necessario agire sul sistema. La tabella 1 riassume quanto indicato dalla norma, in particolare la prima colonna indica la fase della verifica dell’impianto, la seconda colonna riporta la periodicità, mentre la terza ed ultima colonna illustra la circostanza per la quale è richiesta la verifica dell’impianto di rivelazione automatica degli incendi.

NORMA UNI 11224

La norma UNI 11224 specifica, inoltre, in modo dettagliato tutta la documentazione e la strumentazione da impiegare nelle varie fasi di manutenzione, nell’ambito di ciascuna delle seguenti prove: prova della centrale; dei rivelatori di fumo puntiformi; dei rivelatori di fumo lineari; dei rivelatori di temperatura puntiformi; dei rivelatori di temperatura lineari; dei sistemi di rivelazione ad aspirazione; dei rivelatori per condotta; dei pulsanti di allarme incendio; dei rivelatori di fiamma puntiformi; dei segnalatori ottico/acustici; dei dispositivi attuatori dei sistemi di estinzione; dei dispositivi di commutazione; dei dispositivi utilizzanti il collegamento radio. In generale, prima di operare su un sistema, è necessario predisporre dei manuali, dei disegni e delle documentazioni di progetto dell’impianto “as built” (impianto così come realizzato), oltre che delle norme di riferimento o eventuali procedure di prova appositamente predisposte dai produttori delle apparecchiature installate. Trattandosi di operazioni da effettuare su sistemi elettronici complessi, la norma indica la necessità di allestire idonea strumentazione elettronica, raccomandando almeno l’utilizzo di un multimetro. Per la prova dei dispositivi, la norma invita all’impiego di strumentazione specifica secondo le indicazioni fornite dal produttore dei sensori. Come appendice informativa, la UNI 11224 riporta nell’Appendice A e B alcuni modelli per la registrazione delle operazioni di verifica e manutenzione, distinguendo dalle liste di riscontro per i controlli iniziali, contenute nel prospetto A.1, alle liste di riscontro per le verifiche preliminari sul sistema riportate nel prospetto A.2, per passare alle Verifiche sul sistema del prospetto A.3 e chiudere con un prospetto specifico, A.4, interamente dedicato ai rivelatori ad aspirazione (ASD). I prospetti dell’Appendice B, distinti anch’essi nel prospetto B1, B2. B3 e B4, sono stati organizzati per i controlli periodici dei sistemi di rivelazione. Naturalmente, essendo le Appendici A e B di tipo informativo, i prospetti per la registrazione delle operazione di verifica e controllo rappresentano un utile suggerimento ed uno schema di partenza che potrebbe essere modificato dal gestore dell’impianto in accordo ad esigenze specifiche.

CONCLUSIONI

Per poter garantire nel tempo il livello di sicurezza antincendio ad un ambiente protetto da un impianto di rivelazione automatica e segnalazione manuale degli incendi, è necessaria la predisposizione, da parte del responsabile dell’attività, di procedure e verifiche periodiche atte a garantire che le prestazioni del sistema non si deteriorino. Non è solo la corretta progettazione, l'utilizzo di componenti a norma o l'installazione a regola d'arte a rendere pienamente efficace un impianto di rivelazione automatica degli incendi: questo dipende, infatti, in maniera altrettanto significativa, dal controllo iniziale e da adeguate attività di manutenzione. La norma UNI 11224:2011 rappresenta lo strumento di riferimento per la manutenzione periodica e la verifica degli impianti di rivelazione incendio, indicando le operazioni da effettuare, consigliando la cadenza temporale, nonché le procedure operative e di sicurezza da mettere in atto durante le verifiche e le prove dell’impianto.  

NOTE

1 ISI INAIL 2010 - INCENTIVI ALLE IMPRESE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO in attuazione dei DD.Lgs. 81/2008 e 106/2009, art. 11, comma 5;

2 La Manutenzione, elemento di Competitività e Sostenibilità, Maurizio Cattaneo , IX Forum della Manutenzione, Milano, 28-29 Novembre 2007;

3 d.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 (G.U. 22 settembre 2011, n. 221)

4 Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 (in S.O. n. 64, alla G.U. del 7 aprile 1998, n. 81) “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”;

5 Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n° 81 “TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO” Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro,(Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Suppl. Ordinario n.108);

6 UNI 11224:2011 “Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi”.  

 

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