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Metadati, il cuore intelligente della videosorveglianza IP

09/10/2014

La Redazione

In un mondo che si avvia a diventare integralmente digitale, molti clienti usano ancora i sistemi di videosorveglianza IP come se fossero dei sistemi analogici a circuito chiuso: li guardano e basta, senza chiedersi se e come potrebbero utilizzare i dati raccolti per incrementare il proprio business. Il fatto è che manca la cultura del dato che si nasconde dietro a ciascuna immagine, un dato che vale come qualunque altra fonte di informazione rilevabile in un’infrastruttura IT e che nello stesso network deve saper interagire. Il dato video può infatti essere alimentato da - e integrato con - altri dati IT grazie ai software di video management aperti che operano come un digital video hub. In questo modo anche il dato video diventa un elemento per sviluppare il business del cliente finale, potendo peraltro asservire molte diverse funzioni oltre a quelle precipue di sicurezza: starà al VMS salvaguardare le funzioni di security anche mentre dà il via libera all’accesso ai dati video da parte di altri sistemi IT e a sua volta fornisce nuove informazioni. Un processo che si lega strettamente al tema dei metadata.
 
Dal greco μετὰ (oltre) e dal latino datum (informazione), i Metadati sono dati che forniscono informazioni su altri dati. Possono essere utilizzati per migliorare l'efficienza di un sistema di sicurezza ma anche per agevolare, efficientare ed ottimizzare altre aree operative di un'organizzazione complessa:logistica, marketing, edifici intelligenti, controllo ambientale etc.Rilevare - quindi comprendere, spaccare, analizzare - i video trattandoli come dei metadati è un aspetto che può influenzare il sistema di video management nella ricerca, nella creazione degli allarmi, nel reporting. I metadati contestualizzano infatti ciascun frame e ciascun soggetto/oggetto in essi contenuto sulla base delle “domande” preimpostate: quando è stato catturato questo fotogramma? Il campo della telecamera era ostruito da qualche oggetto? Quanta parte del frame era in movimento? La telecamera è stata spostata? Senza i metadati, occorrerebbero ore di ricerca e di revisione delle immagini per rispondere. Con i metadati, invece, l'informazione è già stata immagazzinata come “descrizione” ed è agevolmente reperibile.

E qui arriviamo all'uso dei metadata sugli allarmi e il reporting: “comprendere” l'interazione di un oggetto con l'ambiente in cui esso insiste (es. una valigia abbandonata in un aeroporto) permette di attivare gli allarmi giusti e di dare delle risposte ben più adeguate, combinando molteplici dati ricavabili da altri sottoeventi. Insomma, le applicazioni sembrano essere limitate solo dalla fantasia. Non dev'essere un caso se i metadati sono visti dall'analista IHS come il nuovo driver di crescita per la videosorveglianza. Ma se questo è vero, è essenziale un cambio di approccio: usare i video come dati significa infatti fondere la mentalità IT (focalizzata sul business) con quella della security (focalizzata sul rischio da evitare). Un processo che sembra già in atto, visto che, secondo ESG, tre anni fa solo il 52 % dei sistemi di sicurezza aziendali godeva del supporto del dipartimento IT, mentre ora è salito al 91 %. E l'80% dei professionisti IT usa i dati descrittivi dei video per scopi di Business Intelligence, senza più considerarli come un intruso nella “propria” rete aziendale.
Non dev'essere quindi un caso se i più accorti produttori di software di video management(*) hanno già introdotto un framework (ONVIF-compliant) per la gestione e lo storage dei metadati relativi ai video e audio, aprendo la strada a nuove opportunità di utilizzo dei video volte ad incrementare il business.

Qualche esempio? La creazione automatica di riquadri attorno agli oggetti/soggetti identificati, sulla base dei parametri preimpostati, basati sui metadati generati da una telecamera dotata di video analitica. Oppure la possibilità di Video Push con i metadati della localizzazione GPS, che permettono al personale di sicurezza di usare uno smartphone come telecamera mobile per dare copertura video agli incidenti non individuati dalle telecamere fisse. Lato ecosistema, isystem integrator possono usare i metadati per collegarsi a qualunque sistema IT e i produttori di sistemi di sicurezza possono usare l'integrazione con i metadati per supportare anche le telecamere ad analitica proprietaria. Il framework metadati può essere infatti collegato ai metadati della video analitica (o a qualunque altra fonte di metadati) con specifiche sequenze video, dal momento che è ONVIF-compliant. L'utilizzatore godrà infine di funzioni di ricerca (in particolare per il motion detection) molto più rapide con i metadati generati durante la registrazione. “Già mentre riceviamo il video e lo immagazziniamo sul disco, creiamo un dato descrittivo della motion detection (es. dove all'interno dell'immagine si sono rilevati dei cambiamenti): la ricerca basata sul metadato utilizza queste informazioni solo per decodificare e poi per analizzare le immagini che hanno subito cambiamenti (quando, dove e in che modo). Questa ricerca è 100 volte più veloce di quella tradizionale” - illustra Anders Bent Christensen di Milestone.

E siamo solo all'inizio: ilfuturo dei metadati sarà saper rilevare in automatico le attività anomale, facendo sì che la videosorveglianza allerti l'uomo ancor prima che capiti un problema. Inutile precisare che in questa nuova strada chi prima arriva, meglio alloggia. Soprattutto se aderisce agli standard.

 


(*)
Come Milestone: http://www.milestonesys.com/Documents/Press-releases/2014/22052014-XProtect-2014/

 



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