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Stadi e grandi eventi: la sicurezza è tutto intorno all'impianto

17/04/2013

di Elvy Pianca

La sicurezza negli stadi: un tema, purtroppo, sempre attuale. Come poter sfruttare le tecnologie oggi esistenti per far sì che assistere a una partita o a un concerto non sia più un pericolo? Le soluzioni sono diverse e passano, principalmente, per l’integrazione tra i sistemi e dispositivi già presenti. Con qualche novità: i software PSIM, che portano tutto il controllo su un’unica interfaccia e, già presente da qualche anno, il TVCC HD Megapixel, per catturare ogni più piccolo dettaglio in qualsiasi angolo dello stadio. Ultima, ma non certo secondaria, oggi la sicurezza può essere portata ovunque, dentro e fuori lo stadio. Rendendo così anche le zone limitrofe, e l’intera città, più vivibili.
 
In che modo si può utilizzare l'integrazione per migliorare le tecnologie di sicurezza negli stadi?

Il primo trend è il collegamento delle varie attività legate alla sicurezza. Una cosa indispensabile, perché proprio l’integrazione tra i diversi sistemi aiuta a minimizzare i buchi nella maglia della sicurezza, mettendo in atto quelle procedure e processi automatici che consentono un maggior controllo rispetto all’occhio umano. Per fare un esempio, il sistema di controllo di uno stadio potrebbe avere un database di chi ha causato problemi durante gli eventi sportivi. Grazie alle tecnologie di riconoscimento facciale integrate con i tornelli di ingresso, a queste persone verrà impedito di entrare nello stadio. Ma l’integrazione diventa davvero indispensabile quando si vogliono far dialogare sistemi diversi, progettati e installati in tempi diversi e con diverse tecnologie, come quasi sempre succede in uno stadio, dove, ad esempio, l’illuminazione o l’antincendio sono stati introdotti molto prima dei tornelli del controllo accessi.

Qui, solo una piattaforma comune consente di superare la frammentazione e di portare tutti i controlli su un unico piano. La seconda evoluzione è, come già accennavamo, l’espansione delle attività di sicurezza al di fuori dello stadio, nelle città, grazie alle innovazioni che riguardano la rete e la comunicazione. Infine, un terzo aspetto non trascurabile sono tutte quelle tecnologie mobili che, per loro stessa natura, possono non solo essere portate ovunque, ma anche adattate ad esigenze di sicurezza che sono mutevoli nel tempo e nello spazio. Un esempio banale: il video management system, che non solo permette l’integrazione, su un’unica piattaforma, delle immagini che provengono dalle varie telecamere presenti in uno stadio, ma anche il trasferimento dei dati acquisiti su un qualsiasi dispositivo mobile. Sicuramente una grande rivoluzione nella sicurezza degli stadi si è avuta con la diffusione della tecnologia PSIM, acronimo diPhysical Security Information Management, una piattaforma per integrare tutti i dispositivi di controllo, dalla sicurezza all’irrigazione del manto erboso, per rimanere agli stadi, in un’interfaccia unica.

Inoltre, vengono rafforzati i collegamenti tra tecnologia, persone e processi. Un esempio: se è necessaria l’evacuazione di un’area specifica, il sistema è non solo in grado di dare agli operatori, in tempo reale e dovunque si trovino, le istruzioni da seguire, ma può anche eseguire azioni automatizzate, come l’invio di notifiche o bloccare o sbloccare le porte interessate.  Il software PSIM consente, poi, agli amministratori pubblici e agli addetti alla sicurezza delle città di connettersi e accedere a qualsiasi tipo di dato proveniente da sistemi di enti pubblici e privati, senza dover introdurre hardware aggiuntivo o codifiche personalizzate. In questo modo la sicurezza va oltre i tornelli dello stadio e si allarga a tutte le zone interessate dal singolo evento sportivo o musicale, perché qualsiasi dispositivo di sicurezza fisica –videocamere, sensori e via dicendo – a questo punto può essere integrato con il sistema, estendendo così l’area sicura e consentendo ulteriori prestazioni, come, per limitarsi a un solo esempio, la gestione del flusso del traffico veicolare nella zona dello stadio.  

Inoltre, possono essere previsti dei centri di comando mobili, che ricevono e possono gestire comunque tutti i feed di sicurezza che arrivano alla centrale di controllo, e che rappresentano un occhio supplementare sulla partita di calcio o sul concerto. Un altro notevole passo avanti sul fronte della sicurezza degli stadi è stato fatto con la diffusione delle reti wireless, che possono essere implementate con estrema facilità senza grandi stravolgimenti strutturali, al contrario delle reti cablate. Negli ultimi anni, i progressi della tecnologia senza fili hanno apportato maggiore stabilità e capacità e, quindi, queste reti possono essere applicate anche in soluzioni di videosorveglianza. Ad esempio, nel caso di grandi eventi come un incontro di calcio o un concerto, si può adottare la rete wireless per portare il controllo in tutte le zone interessate.

A Vancouver, per le Olimpiadi Invernali del 2010, è stata proprio adottata questa tecnologia per videosorvegliare non solo l’area dei giochi, ma tutta la città, in particolare le vie di trasporto. E quando le reti si estendono nella città, si possono prevenire le possibili minacce ancora prima che i malintenzionati raggiungano gli stadi. Questo è davvero un punto strategico, perché anche in Italia c’è una grande enfasi sulla sicurezza e la protezione all’interno degli stadi, ma poco si fa per quello che succede fuori, in città, o prima dell’evento. Ad esempio, nelle Olimpiadi di Londra del 2012, sono state prese numerose misure di identificazione biometrica (impronte digitali e scansioni facciali) agli oltre10mila tra atleti e allenatori, per consentire solo a loro l’accesso alle zone di gara e ai villaggi olimpici.

Stadi: quale killer application 

Quale può essere la “killer application” per la sicurezza degli stadi? Senza dubbio, la videosorveglianza HD può giocare un ruolo chiave. Negli ultimi anni, lo sviluppo delle tecnologie megapixel ha consentito di catturare piccoli dettagli senza perdere di vista la copertura di un insieme - quale può essere la folla di uno stadio - con minori telecamere e, ovviamente, minor personale e costi di gestione. Avigilon ha fatto anche una stima: è possibile coprire un’area di 50mila posti spettatori con i dettagli dei singoli visi utilizzando solo 14 camere.Ovviamente, la videosorveglianza si applica non solo agli scontri tra i tifosi sugli spalti, ma anche a tutto ciò che succede nei corridoi, nelle scale, nei parcheggi e via dicendo. Basterebbe una corretta disposizione dei dispositivi per avere tutto sotto controllo, compresi i furti.

Un altro aspetto non secondario per la sicurezza negli stadi è il tempo di risposta. Perché la sicurezza deve fare tutto il possibile per evitare che entrino cause di pericoli e minacce ma, al contempo, deve anche saper distribuire le risorse per rispondere ad ingressi non autorizzati.Ad esempio, un software di videosorveglianza consente al personale addetto alla sicurezza di vedere non solo se un bambino si è allontanato dal suo posto, ma anche dove si trova in quel momento e, tramite un sms, si può anche allertare lo steward più vicino per riportare a casa il “fuggiasco”. Il tutto, quasi in tempo reale..

 

 


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