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CEI 79-3 impianti di allarme intrusione e rapina: le novità della terza edizione

18/10/2012

di Salvatore Lamaestra (*)

 

Nel corso degli ultimi anni, la “libreria” delle Norme Europee relativa ai sistemi di sicurezza antintrusione ed antirapina (la serie EN 50131) ha preso gradualmente forma: a partire dalla seconda metà degli anni ’90 sono stati pubblicati in modo contestuale documenti con requisiti di carattere generale (EN 50131-1) e successivamente documenti che, nell’ambito dell’argomento ed entrando nel dettaglio dei singoli componenti il sistema, definiscono le funzioni e le caratteristiche di rivelatori (serie EN 50131-2.x), centrali (EN 50131-3), organi di segnalazione (EN 50131-4), dettagli sui dispositivi wireless (EN 50131-5.3), alimentatori (EN 50131-6) ed infine la guida per l’applicazione dei componenti e l’impostazione dei sistemi (TS 50131-7). Le attività di produzione dei documenti da parte dei gruppi di lavoro (WG) che operano nell’ambito del Comitato Tecnico n° 79 del CENELEC (TC79) continuano, per la realizzazione di altri documenti relativi a tipologie di prodotti non ancora coperti da requisiti standard, e per la revisione di quelli già pubblicati.

 

L’evoluzione normativa deve mantenere la coerenza ai principi di base e nel contempo deve porre l’attenzione a che le evoluzioni di nuove tecnologie e contributi culturali di nuovi paesi non trovino contrasto ma diventino, se opportuno, elementi di miglioramento delle norme, nel rispetto di tali principi. La validità tecnica di questi lavori è confermata dal fatto che i documenti della serie EN50131 sono stati recepiti in modo pressoché totale dall’IEC, organo tecnico a cui, a livello mondiale, è data delega di gestire gli standard tecnici. Il Comitato Tecnico Italiano (CEI CT79) ha contribuito in modo attivo e propositivo alle attività parallele in ambito CENELEC con partecipazioni attive di propri delegati italiani ai lavori europei. Il CT79 aveva, come pochi altri in Europa, anticipato la produzione di documenti normativi nazionali. Supportato dalle associazioni dei produttori, delle banche e delle assicurazioni, ha prodotto la norma CEI 79-1, sostituita successivamente dalla CEI 79-2 (per le differenti tipologie di prodotti) e CEI 79-3 (criteri per la realizzazione degli impianti), che, a partire dagli anni ’80, hanno costituito una traccia importante ed hanno contribuito alla formazione ed alla crescita di una cultura dei sistemi di sicurezza antintrusione nel nostro Paese.

 

Le Norme CEI 79-2 (prodotti) e CEI 79-3 (impianti), che sono state pubblicate prima dei lavori in ambito CENELEC, sono state infatti fino ad oggi i riferimenti normativi nazionali. Le regole comunitarie prevedono che, dopo la pubblicazione di norme da parte del CENELEC (es. serie EN 50131), siano ritirate le norme nazionali contrastanti. A tutela degli operatori, il ritiro della “vecchia” norma locale non avviene però in concomitanza della pubblicazione della “nuova” norma: a partire dalla data di pubblicazione ufficiale della nuova norma (DOP), in funzione di un periodo predefinito (p.e. dopo due anni), si definisce la data del ritiro (DOW). Durante questo tempo sono valide entrambe le norme, in sovrapposizione: questo intervallo ha lo scopo di permettere a costruttori, installatori ed utenti di poter gestire le varianti senza creare inutili problemi industriali logistici e commerciali.

 

Serie EN 50131

 

La serie EN 50131 rappresenta la sintesi e la mediazione di differenti (a volte molto diversi) approcci e consuetudini nazionali portate come contributo dai singoli delegati che hanno partecipato alle attività di normazione. Presentano quindi alcune differenze o maggiori dettagli rispetto ai fondamenti delle nostre precedenti Norme Nazionali CEI 79-2 e CEI 79-3.

 

La “guida” TS 50131-7

 

La pubblicazione, da parte del CENELEC, della TS 50131-7 ha rappresentato un elemento di novità: si tratta infatti del primo documento del pacchetto edito dal TC79 con lo scopo di guidare utenti, installatori ed operatori nella realizzazione degli impianti e nella successiva conduzione. Per quanto riguarda l’Italia, mentre da un lato la TS50131-7 rappresenta un tentativo di continuità e di legame tra l’astrazione dei concetti (di EN50131-1) e la realizzazione di un impianto, è però drammaticamente carente in un aspetto che - seppur datato - è estremamente innovativo e pratico ed è posto alla base della nostra CEI 79-3, ossia le prescrizioni ed il metodo per classificare le scelte di progetto e di realizzazione dell’impianto. Tali indicazioni non sono meno importanti della scelta dei prodotti e condizionano fortemente l’efficacia del sistema e l’efficienza della sua conduzione.

 

Il CT79 italiano si è trovato quindi di fronte ad una scelta radicale: abbandonare definitivamente i concetti culturali alla base della nostra CEI 79-3 per sostituirli con una più semplice guida, come la TS 50131-7, o affrontare in modo costruttivo la questione realizzando un nuovo documento (CEI 79-3 2012) che consentisse di aggiornare e rinnovare la precedente versione alla luce della filosofia condivisa di EN 50131, innestandovi le raccomandazioni comprese da TS 50131-7 e salvaguardando nel contempo il criterio ed i metodi dalla CEI 79-3. La decisione è stata di intraprendere il percorso più complesso ma con un obbiettivo più ambizioso e completo. La nuova CEI 79-3 2012 ha raggiunto questo obbiettivo ed è ora alla verifica sul campo: si tratta di un documento allineato ai documenti europei, ma ricco e rispettoso delle esperienze e delle conoscenze maturate in Italia negli ultimi due decenni.

 

I concetti di base della EN 50131

 

Prima che un lettore abituato ad utilizzare le precedenti Norme CEI 79-2 e 79-3 tenti una lettura ed approfondisca nel dettaglio i requisiti contenuti nelle norme di prodotto o di impianto, è necessario - oltre che utile - prendere in considerazione e comparare le differenze “filosofiche” ed i termini utilizzati tra i due gruppi di documenti. I concetti di “Grado di sicurezza”, “Classe ambientale”, “Livello di accesso” e la ripartizione di ciascuna di queste definizioni in quattro fasce differenti sono le fondamenta delle EN 50131: questi elementi devono essere ben chiari a chi intende avere un approccio con queste librerie di Norme e sono un semplice ma necessario presupposto per la corretta interpretazione e l’applicazione.

 

Grado di sicurezza

 

Il “Grado di Sicurezza” esprime la capacità di un prodotto, di un sistema o di una installazione, ciascuno per la propria parte, di “rilevare e segnalare” un’intrusione nelle aree protette (e/o un attacco alla propria integrità); viene definito e misurato in funzione delle presunte capacità “intellettuali” e “strumentali” e delle intenzioni del/i malintenzionato che si ritiene possa tentare l’azione criminale. I requisiti di sicurezza necessari a contrastare tali azioni sono quindi in relazione diretta con la “qualità della minaccia” e si classificano secondo una stima o valutazione quanto più possibile oggettiva del “rischio“. L’approccio utilizzato nelle EN 50131 per definire il “Grado di sicurezza” classifica dunque i sistemi in quattro categorie, in relazione diretta alla tipologia di effrazione o di attacco a cui ci si aspetta che il sistema debba resistere ed al rischio che è ritenuto accettabile nel caso specifico.

 

Per meglio fissare questo concetto fondamentale, e per sottolineare ancora una volta la diretta relazione tra Grado di sicurezza, “qualità della minaccia” e “rischio accettabile”, vale la pena di considerare, solo a titolo di esempio, i seguenti due casi. Il primo riguarda un’abitazione privata non isolata, all’interno della quale non sono custoditi beni di particolare valore: con questa combinazione è presumibile che il caso più probabile sarà quello di un tentativo di effrazione senza che il malintenzionato metta in atto misure o processi tecnici di alto livello per rendere inefficace il sistema di sicurezza. Per proteggersi da questa minaccia sarà quindi sufficiente un sistema di sicurezza di grado 1. Il secondo caso riguarda invece l’estremo opposto, come ad esempio un deposito di beni con alta concentrazione di valori. Si tratta di un “obiettivo sensibile”, che giustifica tentativi di effrazione da parte di persone che hanno conoscenza, dimestichezza e strumenti analoghi a quelli dei tecnici che hanno “prodotto” i componenti e/o installato il sistema: sarà quindi necessario proteggere il deposito con un sistema di sicurezza di grado 4.

 

Cambia quindi in modo radicale rispetto alle precedenti CEI 79-2 e CEI 79-3, nelle quali il concetto si esprimeva con un altro termine (“Livello” di sicurezza invece che “Grado”) e si riferiva direttamente ad aspetti prestazionali assoluti dei singoli prodotti e/o dell’installazione nel suo insieme ed era definito su tre fasce. Rimane, nella nuova CEI 79-3:2012 il termine “Livello di prestazione”, che ora si riferisce esclusivamente all’impianto nel suo insieme, classificato su quatto “livelli”, e che ha una stretta e diretta correlazione con i quattro “Gradi di sicurezza” dei componenti utilizzati.

 

Classe ambientale

 

La definizione di “Classe ambientale” si occupa semplicemente di specificare le condizioni ambientali nelle quali, per esigenze di progettazione di impianto, il dispositivo si troverà ad operare.

 

Classe I: installazione in interno in condizioni climatiche controllate (abitazione);

 

Classe II: installazione in interno in condizioni climatiche non controllate (magazzino non climatizzato);

 

Classe III: installazione in esterno ma protetto, coperto da pioggia ed intemperie;

 

Classe IV: installazione all’esterno, senza protezioni aggiunte.

 

La Classe ambientale è inoltre utilizzata come riferimento per il catalogo dei test ambientali contenuti e descritti nel documento EN 50130-5.

 

Livello di accesso

 

Persone diverse ed a vario titolo possono interagire con i prodotto o, ancor meglio, con il sistema di sicurezza: le informazioni generate dal sistema, i comandi inviati da un utente verso il sistema, le azioni che hanno influenza sul sistema in parte o globalmente, sono concettualmente raggruppabili in quattro fasce differenti, definite Livelli di accesso. Le fasce dei livelli di accesso identificano semplicemente le azioni e le interazioni possibili in funzione di quanto, per ciascun livello, è richiesto che il sistema consenta. Il livello più basso, definito “Livello di accesso 1”, include tutte le azioni e le indicazioni che il sistema lascia trasparire a “chiunque” senza che vi sia necessità di interazione: si trova in questa condizione il passante che sente una sirena in allarme o chi, di fronte ad una consolle, senza essere identificato, vede una richiesta di log-in. Il livello di normale operatività dell’utente presuppone che lo stesso sia in qualche modo autorizzato (da un codice o da possesso di una chiave univoca) a compiere le azioni di consultazione o comando; l’insieme di queste interazioni costituisce il “Livello di accesso 2”. Il sistema opera in funzione di parametri predefiniti o programmati, che sono normalmente impostati in fase di installazione o di manutenzione da parte dell’installatore; l’insieme di queste interazioni è incluso nel “Livello di accesso 3”, che deve essere autorizzato ad operare da parte dell’utente (Livello 2).

 

Una condizione più astratta nel concetto e senz’altro meno frequente è costituita dalle modalità che vanno messe in atto per modifiche più profonde e radicali sui componenti e sul sistema, come la sostituzione e modifica di parti o, addirittura del Firmware dei prodotti. E’ stata prevista ed è classificata nel “Livello di accesso 4”, che è concettualmente associata ad interventi effettuati dal “Costruttore” o su sua delega. La modifica (aggiornamento del firmware o sostituzione di una scheda) può essere fatta fisicamente dall’installatore, che però in questo caso agisce come delegato del costruttore, di cui esegue le istruzioni. Per una corretta interpretazione è necessario aver chiaro che il livello di accesso non è proprio di una persona fisica, ma di una specifica modalità di interazione che il sistema genera, interagisce, attua o subisce: persone diverse possono interagire, ciascuna secondo il proprio profilo personale, ma è altresì possibile che il profilo di una persona fisica includa azioni appartenenti a differenti livelli di accesso. La stessa persona, senza essere riconosciuta dal sistema, può ovviamente avvertire un allarme dai dispositivi di segnalazione acustica e luminosa (Livello di accesso 1), ma quando è identificata,può avere accesso ad azioni di gestione, come l’inserimento ed il disinserimento (livello di accesso 2), piuttosto che di programmazione dei parametri operativi come la programmazione oraria (livello di accesso 3).

 

Dalle CEI 79-3:1998 e TS 50131-7:2010 alla CEI 79-3:2012

 

Una volta chiariti i principali concetti di “Grado di sicurezza”, di “Livello di accesso” e di “Classe ambientale” e fatta salva la continuità che è stata mantenuta, è possibile evidenziare gli elementi che differenziano la nuova edizione della CEI 79-3:2012, di respiro europeo, dalla precedente CEI 79-3:1998:

  1. la definizione di “Impianto di Allarme Intrusione e Rapina”
  2. l’allineamento delle nozioni di base con l’introduzione dei concetti di Grado di sicurezza (4 gradi), Classe Ambientale (4 classi), Livello di prestazione dell’impianto (4 livelli prestazionali dell’impianto)
  3. l’eliminazione dei requisiti per gli impianti TVCC (ora coperti dalla serie EN 50132)
  4. l’incorporazione della struttura e dei contenuti di TS 50131-7:2010, con la trasformazione delle indicazioni-guida in requisiti.
  5. la conferma del richiamo alle prescrizioni del DM37/08
  6. l’allineamento del metodo per la definizione del Livello di prestazione dell’impianto (criterio equivalente al Grado di sicurezza per i componenti), con approcci alternativi e semplificati.
  7. le definizioni e le guide relative ai metodi ed alle competenze di persone e di strutture finalizzate alla realizzazione, alla conduzione ed alla manutenzione dell’impianto.

Principali novità della CEI 79-3:2012

  1. Definizione di Impianto di Allarme Intrusione e Rapina: “un Sistema di Allarme Intrusione e rapina (I&HAS) inserito in un contesto operativo definito”.
  2. Determinazione del Livello di prestazione degli impianti - Grado di sicurezza delle apparecchiature e Livello di prestazione dell’impianto.

Le norme della serie EN 50131 e la CEI 79-2 stabiliscono le caratteristiche ed il grado di sicurezza delle apparecchiature facenti parte di un sistema di allarme intrusione e rapina (I&HAS). Esse devono avere un grado di sicurezza uguale o superiore al livello di prestazione dell’impianto (grado di sicurezza 2= Livello di prestazione 2), tuttavia il metodo matematico descritto permette di eliminare un “paradosso” logico e di calcolare il livello della prestazione inserendo nell’impianto dei dispositivi di grado di sicurezza diverso senza necessariamente ridurre il livello di prestazione dell’impianto. Sono stati descritti due possibili metodi per la determinazione del livello di prestazione dell’impianto, che sono considerati equivalenti ma presentano caratteristiche diverse:

 

a) un metodo tabellare più semplice da comprendere e da applicare su piccoli impianti, ma poco flessibile in impianti complessi o di grandi dimensioni. Si basa sulla suddivisione del sistema di sicurezza in tre sottoinsiemi e sulle definizioni delle principali tipologie di impianto

 

b) un metodo matematico già presente nella CEI 79-3:1998, che permette, combinando il grado di sicurezza dei componenti con altri parametri più dettagliati, di compensare eventuali lacune di una protezione con l’efficienza di un’altra. Il metodo rimane invariato rispetto alla CEI 79-3:1998, ma sono state inserite alcune correzioni, principalmente per includere il “Grado di sicurezza 4” dei dispositivi ed il “Livello di prestazione 4” dell’impianto: in questo modo è possibile utilizzare la “precedente” calcolatrice.

 

Guida per la realizzazione degli impianti

 

In linea con la precedente CEI 79-3:1998, fornisce una più precisa indicazione della sequenza delle fasi che devono essere seguite per la progettazione, realizzazione e consegna degli impianti e costituisce una guida chiara ed esaustiva relativamente a tutta la documentazione che deve essere predisposta e conservata. Negli allegati mostra un “diagramma di flusso” che aiuta a percorrere nella corretta sequenza tutte le fasi: dalla progettazione alla manutenzione dell’impianto.

 

I titoli dei capitoli “operativi” della CEI 79- 3:2012 forniscono una chiara idea di come gli operatori vengono “accompagnati”:

  • Classificazione dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina;
  • Progettazione dell’impianto;
  • Pianificazione dell’installazione;
  • Installazione del sistema;
  • Ispezione, prova funzionale e messa in servizio;
  • Documentazione e registrazioni;
  • Utilizzo dell’impianto;
  • Manutenzione e riparazione dell’impianto

Una serie di fogli allegati entrano nel dettaglio fornendo tracce ed indicazioni su come gestire ed organizzare i sopralluoghi preliminari, con check list di raccolta dati:

  • Progettazione dell’impianto. Sopralluogo nell’area: beni da proteggere (valutazione del rischio); edificio (tipologia e gestione)
  • Fattori provenienti dall’interno delle aree protette e che possono avere rischi di influenza sull’impianto (coesistenza di altri impianti tecnologici ed attività specifiche svolte nel sito, ecc.)
  • Condizioni che si verificano all’esterno delle aree protette e che possono avere rischi di influenza sull’impianto (attività esterne, fattori ambientali e climatici, perturbazioni in radiofrequenze, ecc.)
  • Sopralluogo tecnico (valutazione dei vincoli tecnici per l’installazione e scelta delle tecnologie e dei dispositivi da utilizzare, valutazioni sulla successiva conduzione dell’impianto)
  • Informazioni da includere nell’offerta di progettazione dell’impianto (dati specifici di cliente e di impianto, livello di prestazione, distinta dei dispositivi, configurazione, norme di riferimento, interventi, manutenzioni, ecc.)
  • Libretto dell’impianto (registro interventi)
  • Manutenzione (di dispositivi, di impianto, modalità di gestione, ecc.)
  • Competenze (definizioni delle competenze necessarie, da acquisire, da approfondire e da aggiornare).

 

(*) Product’s Development Director - Direttore Tecnico di Domotec srl - In CEI CT79, oltre che esperto del comitato, è Coordinatore del GL1 (sicurezza intrusione ed antirapina), mentre in CENELEC TC79 è Convenor del Working Group 3 (che ha redatto le norme sulle centrali di allarme, sugli alimentatori, dal 1989 sulla compatibilità dei prodotti all’interno del sistema e che si sta occupando ora del documento sulle interconnessioni). Partecipa alle attività del CT216 (rivelazione di gas) e, su richiesta dello stesso comitato, è stato in CENELEC TC216 il Convenor del WG5 per la redazione della norma sui sistemi di rilevazione ed allarme del CO e di gas tossici per i Parcheggi (pubblicata lo scorso anno).



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