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Banche e biometria: dall’ATM al portatile

07/11/2012

Di Phil Scarfo, Vice presidente Lumidigm, Worldwide Sales & Marketing

 

La rivoluzione del contante che sta attraversando il mondo creditizio e le metodiche sempre più agguerrite di furto d’identità stanno portando le banche ad adottare soluzioni di tipo biometrico. In America Latina è stata adottata una tecnologia di multispectral imaging (*) per il riconoscimento delle impronte digitali nei terminali ATM. Caixa Econômica Federal, la seconda banca pubblica del Brasile, sta mettendo a punto 3.500 sportelli ATM basati su questa tecnologia: i lettori di impronte digitali stanno sostituendo i PIN che i clienti usavano per accedere al conto. Ora basta inserire la carta e toccare il lettore per accedere ai servizi bancomat: nessun codice da ricordare, nessun training richiesto. La biometria, un tempo riservata ai dipendenti e confinata negli uffici interni, si apre quindi ad una vasta clientela, non essendo necessario “formare” in alcun modo i clienti a questa nuova tecnologia.

 

Tra i fattori che hanno favorito questo passaggio si annovera il Bolsa Família Program, che fornisce sussidi alle famiglie a basso reddito per favorire la scolarizzazione. Molte famiglie rientranti nel programma non disponevano di un conto corrente e utilizzavano l’ATM solo una volta al mese per riscuotere il sussidio. Per questo spesso i PIN venivano smarriti, con perdite di tempo e denaro per rinnovare i codici (parliamo di 58 milioni di clienti!) Un altro esempio è rappresentato da Itautec, fornitore di terminali ATM, che sta approntando le prime 12mila unità di un progetto che prevede l’installazione di 33mila sportelli bancomat con lettori multispettrali per conto di una delle maggiori banche private dell’America Latina. Poiché aumentavano i casi di identità multiple nell’accesso al sistema bancario, era imperativo elevare gli standard di sicurezza. La biometria garantisce l’affidabilità necessaria negli sportelli ATM, dove non si può contare sull’assistenza di personale qualificato se si verificano problemi. E la tecnologia multispettrale riduce al minimo le probabilità che si possano verificare errori: “abbiamo scelto questi lettori perché leggono correttamente le impronte al primo tentativo, a prescindere dalle caratteristiche dei polpastrelli”- ha dichiarato Fabrizio Vargas, responsabile dei sistemi biometrici di Itautec.

 

Oltre agli ATM: gli esempio di India e Sudafrica

 

In mercati ove le infrastrutture ATM non sono ancora diffuse in modo capillare, l’identificazione di clienti e service provider può essere effettuata tramite un apparecchio biometrico portatile. Ciò permette di garantire un buon servizio e di fornire una traccia completa e affidabile di ogni singola transazione. In India il governo lavora da decenni per offrire efficacemente i propri servizi ai cittadini di un intero subcontinente, e lo stesso vogliono fare le aziende private. In entrambi i casi, è sorta l’esigenza di raggiungere anche le popolazioni meno abbienti – in particolare quanti erano stati esclusi dall’accesso a determinati servizi a causa dei limiti posti dalla biometria convenzionale. Con questi obiettivi in mente, le iniziative di medio-lungo periodo adottate dai sistemi di Inclusione Finanziaria (CFI) e di Pubblica Distribuzione (PDS) hanno scelto la biometria come strumento per rendere più sicure le transazioni, proteggere i cittadini e garantire che determinati servizi pubblici di supporto siano erogati solo a chi ne ha diritto. Le tecnologie biometriche sono state così introdotte non solo nei terminali ATM, ma anche in apparecchi portatili che permettono di offrire servizi come l’apertura di un conto, il trasferimento di fondi e la richiesta di un prestito anche nelle regioni più remote del paese.

 

I sensori per la lettura delle impronte digitali garantiscono, ad esempio, che l’agricoltore che ha diritto a un certo salario settimanale sia effettivamente chi effettua il prelievo ogni sette giorni. Altri dispositivi portatili sono impiegati nei sistemi di distribuzione pubblica (per consentire ai cittadini di raccogliere le razioni loro spettanti) e in progetti educativi (per autenticare gli attestati di frequenza degli studenti). Un altro esempio è il Sudafrica, dove frodi e furti di identità avevano raggiunto un livello tale che il SABRIC (Centro informazioni per il rischio bancario) ha dovuto chiedere agli istituti di credito di adottare misure per elevare gli standard di sicurezza e ridurre l’esposizione ai rischi. Nel 2003, le grandi banche sudafricane hanno cominciato a studiare il problema e la biometria ha rappresentato uno degli strumenti scelti: oggi si sta passando dalla fase pilota alla diffusione su larga scala. Alla luce degli esempi riportati, le banche (anche quelle italiane) dovrebbero porsi una domanda: quale tipo di autenticazione può offrire, allo stesso tempo, elevati standard di sicurezza, praticità e un buon ritorno sull’investimento? La risposta sembra ormai chiara.

 

 

(*) Il Multispectral imaging supera i problemi della biometria convenzionale, che fa affidamento su un contatto completo e “pulito” fra impronta e sensore - una condizione difficilmente raggiungibile nel mondo reale, ben diverso dal laboratorio. La tecnologia multispettrale si basa sull’impiego di molteplici spettri di luce e su avanzate tecniche di polarizzazione che consentono di estrarre le caratteristiche uniche di un’impronta digitale anche dalla parte sottostante la superficie del tessuto epidermico – la parte su cui si fondano le venature tipiche dell’impronta. Se le caratteristiche della parte più superficiale della pelle possono essere alterate da sudore o sporcizia, la parte sottostante rimane invece del tutto inalterata. Quando le informazioni relative a entrambi gli strati epidermici vengono combinate fra loro secondo precisi criteri e parametri, i risultati ottenuti sono più costanti, completi e meno esposti a errori e distorsioni.


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