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Antintrusione: nuove rotte per uscire dalle secche della crisi

07/09/2012

di Elvy Pianca

 

Quali rotte può percorrere oggi l’antintrusione per uscire dalle “secche” della crisi? Ad esempio verso il perimetrale di ultima generazione, oggi molto richiesto per il settore del fotovoltaico. O verso la biometria, che consente quella sicurezza nell’identificazione che la card raramente potrà mai avere. O, ancora, verso l’home automation, grazie alle soluzioni che consentono di portare, su un telefonino intelligente, il controllo e la gestione integrata di tutta la casa, magari ponendo il software addirittura sulla “nuvola”. Insomma, le prospettive sono diverse, ma quasi tutte hanno un protocollo di comunicazione in comune che si chiama IP.

 

L’antintrusione è uno dei segmenti storici nell’automazione di case e uffici, ma negli ultimi anni ha subito un forte calo, soprattutto se raffrontato ad altri segmenti del comparto sicurezza e soprattutto sul target residenziale (quello commerciale ha sempre mostrato una maggiore tenuta). Secondo ANIE Sicurezza nel 2009/2010, l’antintrusione tradizionale è calata del 27,19, per risalire ad un microscopico +0,85 nel 2011. Il dato non fa saltare sulla sedia, ma si spera possa segnare la fine dell’ondata negativa. L’antintrusione si trova quindi al bivio: come potrà rilanciarsi in un mercato che si dimostra sempre più aggressivo, a causa dell’ingresso di attori e protagonisti non altrettanto tradizionali?

 

Perimetrale

 

Vediamo una delle direzioni principali dell’antintrusione: il perimetrale. Un settore che, negli ultimi anni, con l’aiuto di una tecnologia sempre più evoluta, ha fatto passi da gigante, soprattutto in un’Italia culla di questa tecnologia. Un report di IMS Research sul mercato mondiale dei dispositivi elettronici di sicurezza perimetrali mette in stretta relazione proprio la tecnologia e l’industria verticale. A chi si possono offrire questi nuovi prodotti hightech? IMS Research butta lì due grossi “nomi”: il fotovoltaico e le utilities dell’acqua. Per ciò che riguarda il sole, già nel numero 13/2012 di a&s Italy ci eravamo occupati delle diverse tecnologie di protezione dei preziosi pannelli ed è intuitivo che le protezioni perimetrali in siti che spesso sono isolati rappresentano una soluzione ottima per tenere alla larga i ladri solari. Ad esempio, grazie alla crescente commercializzazione delle termocamere per la sicurezza del perimetro, o dei cavi interrati, si aprono nuove prospettive. Ma la forza del mercato del perimetrale, che dovrebbe portare a una crescita elevata nel medio termine, deriva principalmente dalla “combinazione” tra i diversi dispositivi, utilizzati per arrivare a una rilevazione in tempo reale, migliorando l’identificazione e riducendo al minimo i tempi di risposta.

 

Biometria

 

Un’altra direzione molto promettente verso la quale si può dirigere il segmento dell’antintrusione è rappresentata dalla biometria, che, secondo una ricerca di Acuity, dovrebbe arrivare ad avere, nel 2017, numeri davvero considerevoli a livello mondiale: i ricavi, infatti, raggiungeranno i 10,9 miliardi di dollari. Finora, in particolare in Italia, c’è stata la tendenza a considerare la biometria una tecnologia da 007, ma la percezione della sicurezza sta cambiando, non solo per le minacce terroristiche, ma anche per le frodi finanziarie o il cosiddetto furto d’identità. E i sistemi biometrici hanno delle prerogative dalle quali non si può prescindere: la precisione e la facilità d’uso. Per fare un esempio lampante, se bisogna sapere se una determinata persona, e non la credenziale di questa persona, è effettivamente in un certo posto, solo un dispositivo biometrico può offrire questa certezza. E’ altrettanto intuitivo il fatto che i dati biometrici siano user-friendly, benché più invasivi di altre tecnologie. Se le card elettroniche vengono perse, devono essere sostituite, mentre le mani non possono essere perse, rubate o dimenticate. Un altro aspetto non trascurabile è la possibilità di “regolare” con facilità i livelli di accesso, da quelli più “stretti”, come in una centrale nucleare, a quelli più “allargati”, ad esempio, in un centro fitness o in un garage condominiale.

 

Domotica

 

Proprio a proposito di condomini, non possiamo trascurare quella che è – o dovrebbe essere – una delle direzioni più interessanti per l’antintrusione: la domotica. Una parola scarsamente significativa perché indica tutto e niente, tanto che si preferisce usare home automation - molto più vicina, anche dal punto semanticamente, a building automation, che ha anche una dignità maggiore. Su questo fronte, si aprono davvero tante prospettive, grazie alle innovazioni tecnologiche. Gli smartphone, ad esempio, possono contribuire a “convincere” i proprietari a connettersi, tra l’altro, anche ai servizi di sicurezza, mentre i servizi cloud per l’home security spostano non solo il server, ma anche tanti problemi di gestione. Insomma, l’IT e l’IP si dimostrano, ancora una volta, la chiave di volta. Nel numero 15 di a&s Italy, abbiamo parlato proprio delle soluzioni video che girano su IP ed è forse proprio da qui che deve ripartire l’antintrusione, dai kit per la videosorveglianza che consentono di vedere quello che succede ovunque, nel caso specifico, in un’abitazione, da qualsiasi posto uno si trovi.

 

In America si chiama “plug-and-view” e ha avuto negli ultimi tempi un successo notevole, grazie, tra l’altro, alle soluzioni wireless. Il mercato, secondo IMS Research, anche in Europa sta cominciando a registrare grossi volumi: da 100 a 150 miliardi di dollari. Un problema potrebbe essere rappresentato dall’ingresso, sulla scena delle soluzioni di sicurezza e antintrusione, di nuovi protagonisti, peraltro molto aggressivi, come i provider di telefonia mobile e gli ISP, i quali possono arrivare a offrire un pacchetto all inclusive a prezzi decisamente competitivi. Ma non c’è dubbio che, per contro, proprio da queste offerte possono scaturire nuove e interessanti possibilità per gli operatori dell’antintrusione, se si “spingono” verso soluzioni che, grazie alla tecnologia, un tempo erano difficilmente immaginabili. Ad esempio, la raccolta dei dati e degli allarmi in tempo reale e la loro trasmissione su dispositivi mobili come, appunto, i telefonini “intelligenti”.

 

Certo, è indispensabile l’utilizzo di IP per la trasmissione di questi dati, dagli allarmi di un sistema di controllo accessi alle riprese di una videocamera di sorveglianza. Secondo gli analisti di mercato, in questo caso Frost&Sullivan, l’IP consentirà nuove opportunità agli operatori dell’antintrusione, perché gli stessi provider di telefonia mobile o di IT arriveranno a proporre, nel proprio pacchetto, anche i sistemi per il controllo e la gestione antintrusione. Già da qualche anno, un semplice combinatore telefonico consente di ricevere sul cellulare le chiamate d’allarme: ora è possibile trasmettere in tempo reale non solo gli allarmi, ma anche dati e video, risolvendo, così, in maniera definitiva lo storico, ricorrente problema dei “falsi allarmi” che è ancora presente, purtroppo, in molti sistemi antifurto. Se, oltre a sentir suonare l’allarme, il cliente può anche vedere in tempo reale quello che veramente succede, può mostrarsi più favorevole all’acquisto di un sistema antintrusione.

 

Si aprono insomma le prospettive per un mercato realmente di massa che, almeno in linea teorica, potrebbe allargarsi a tutti i settori e gli scenari dell’automazione. Perché, mentre controllo chi entra in casa mia, posso anche predisporre l’accensione delle luci, lo start del riscaldamento o dell’aria condizionata, alzare o abbassare le tapparelle, far partire l’irrigazione del giardino nel momento in cui vedo che le piante sono a secco. Inoltre, con gli stessi dispositivi, è possibile arrivare a quello che ormai è un’esigenza imperativa non solo per grossi centri commerciali o palazzi uffici, ma anche per le abitazioni private: il controllo e la gestione dei consumi. Perché questi scenari si realizzino, occorre però che i dispositivi per l’automazione siano integrati e parlino la stessa lingua. Un protocollo di comunicazione “comune” già ce lo abbiamo ed è proprio l’IP: solo connettività e integrazione (con altri sistemi di sicurezza e con la piattaforma di supervisione) possono aumentare la richiesta nei settori della home automation e delle soluzioni dedicate (come il fotovoltaico), ma, più in generale, in tutti i segmenti di mercato dell’automazione.


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