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Applicare la EN50132-7 fa bene agli operatori e agli utenti

17/08/2012

di Maurizio Cardinale, Security Consultant (www.perimetrali.com)

 

Spesso percepiamo le norme come inutili pastoie burocratiche. Questo fa sì che esse siano quasi sempre lasciate nel cassetto senza provare a capirne lo scopo ed il senso. La norma EN 50132 si prefigge come principale obiettivo l’ottimizzazione dell’operatività degli impianti TVCC e non solo la definizione dei meri aspetti tecnologici degli apparti impiegati. Per comprendere meglio cosa stia dietro al concetto di operatività andremo ad introdurre la guida applicativa EN 50132-7 - Parte 7.

 

Le origini della EN 50132-7 risalgono agli studi effettuati dalla polizia scientifica inglese (HOPSDB) e dalla Royal Airforce (RAF) per cercare di standardizzare e migliorare la risposta del personale di guardia ad obbiettivi sensibili. Questo fa sì che nel 1989 venga pubblicato “The Rotakin – A test target for CCTV Security Systems” e nel 1995 “Performance Testing of CCTV Perimeter Surveillance Systems”. Il CENELEC, sempre nel 1995, fa sue le metodologie dell’HOPSDB e le include nella pubblicazione della guida applicativa EN 50132-7. Per motivi di spazio e per permettere ad un ampio pubblico di seguire quanto andiamo ad esporre, tralasciamo di proposito gli aspetti più tecnici per focalizzarci su due azioni di base: definire lo scopo dell’impianto TVCC e valutare la bontà di quanto realizzato.

 

Questi due punti sono i cardini del Manuale dei Requisiti Operativi (ORM), base di ogni impianto TVCC efficace. La struttura dell’ORM è ben dettagliata nel capitolo 5 della EN 50132-7. Per scopo intendiamo far riferimento a ciò che si intende ottenere in termini di prestazioni dall’impianto TVCC, in altre parole se si desidera ad esempio solo individuare l’intruso o se si vuole anche essere in grado di riconoscerlo. Queste azioni saranno possibili in base alle caratteristiche delle immagini riprese in tempo reale o videoregistrate. Andiamo quindi a conoscere una per una queste azioni. Per ognuna di esse si fornisce una breve definizione e la percentuale occupata a video dal bersaglio di prova (in simbolo %R).

 

Le azioni definite dalla norma EN 50132 sono quattro:

 

Monitoraggio – non meno di 5%R

Un operatore a conoscenza del fatto che nel campo di ripresa della telecamera sono presenti degli individui è in grado di determinarne il numero, la direzione e la velocità di movimento.

 

Rilevamento non meno di 10%R

Un operatore, a seguito di una segnalazione di allarme, è in grado di individuare rapidamente e con sicurezza l’eventuale presenza di un intruso nel campo di ripresa della telecamera a controllo della zona sotto attacco.

 

Riconoscimento non meno di 50%R

Un operatore può affermare con alto grado di sicurezza che l’individuo inquadrato in quel preciso istante è riconducibile ad un individuo già noto all’operatore.

 

Identificazione non meno di 120%R

Qualità dell’immagine e dettagli sufficienti a permettere l’identificazione dell’individuo nel campo di ripresa aldilà di ogni ragionevole dubbio.

 

Nell’aprile del 2009 HOPSDB pubblica il suo manuale 28/09 “CCTV Operational Requirements Manual”, introducendo l’azione dell’Osservazione (observe) e modificando l’altezza per l’identificazione a 100%R.

 

Osservazione – da 25%R a 30%R

Un operatore è in grado di distinguere elementi caratteristici degli individui inquadrati, come ad esempio elementi particolari dell’abbigliamento. Nel contempo lo zoom non troppo spinto permette di monitorare cosa accade intorno al soggetto ripreso, o ancor meglio come il soggetto interagisce con quanto lo circonda.

 

L’”osservazione” nasce dalla necessità della polizia inglese di monitorare gruppi di persone, ma trova soprattutto impiego per la verifica di protezioni perimetrali dove il maggior dettaglio permette l’individuazione rapida dell’intruso o della causa che ha generato l’allarme perimetrale. Questa nuova azione è attualmente al vaglio di CENELEC che intende introdurla nelle norme relative al TVCC. La verifica della fattibilità di queste azioni da parte dell’operatore dell’impianto TVCC viene realizzata utilizzando la sagoma di test Rotakin e verificando che le altezze del bersaglio di prova siamo conformi alla norma. Quindi se, per esempio, vogliamo riconoscere un individuo, la sagoma Rotakin, nel caso di un’immagine PAL, deve occupare almeno il 50% dell’immagine e l’immagine non deve presentare difetti. Per “difetti” si intendono ad esempio: le sfocature, il rumore di fondo, gli artefatti da compressione, la scarsa fedeltà dei colori ecc.. Tutto questo si basa sull’uso di telecamere PAL, ma come ci dobbiamo comportare se si usano telecamere digitali?

 

Ecco che viene nuovamente in soccorso HOPSDB con il suo manuale 28/09 CCTV ORM dove troviamo riassunte alcune delle risoluzioni tipiche ed i relativi valori di percentuale a video %R. Possiamo quindi porre nell’”osservazione” lo spartiacque tra prestazioni indicate per un uso in esterno e prestazioni per uso in interno. E’ palese che in interno l’obiettivo principale è quello di identificare l’intruso, quindi vanno usati apparati che consentano l’”identificazione” ed il “riconoscimento”. In esterno invece - stante anche i costi - si privilegia l’”osservazione” e solo se non è possibile fare di meglio si ripiega sul “rilevamento”. Risulta subito evidente che, presentare un bersaglio di altezza prossima all’”osservazione”, permette una più rapida e precisa individuazione del potenziale intruso. Questo sarà ancora più vero in condizioni limite come di notte od in presenza di nebbia. Con questo semplice esempio abbiamo quindi dimostrato che la norma ci aiuta a scegliere gli apparati, ma soprattutto a verificare che gli scopi che ci siamo prefiggendo vengano raggiunti con metodi semplici ed alla portata di tutti.

 

Identificare un intruso

 

Le cose si complicano un po’ quando invece l’obiettivo è “identificare” un intruso, caso tipico: la bussola di una banca o l’ingresso di una farmacia. Resta sempre valido il principio delle altezze a video, ma la qualità dell’immagine va particolarmente curata in modo che questa sia il più fedele possibile al soggetto ripreso. In interno il difetto più comune è quello dovuto al controluce ed al tipo di illuminazione. Spesso le immagini risultano piatte con pochi dettagli e colori poco fedeli. La norma esistente non contempla questi aspetti anche perché al momento della sua creazione il TVCC era analogico ed in bianco e nero. Per nostra fortuna nel 2010 HOPSDB ha introdotto un test basato su alcuni bersagli standard per permettere un facile collaudo dei sistemi video preposti all’identificazione dei sospetti.

 

Il test è di un’estrema efficacia anche se il principio è molto semplice: si riprendono uno o più bersagli di prova e quindi si chiede all’operatore di “identificarli”. Sembra banale ma, a mia esperienza, stante la basa qualità degli impianti TVCC in circolazione, è molto raro che l’operatore riesca ad “identificare” con sicurezza il bersaglio proposto. Vista l’efficacia e la semplicità di questo test, CENELEC sta valutando la sua introduzione nella normativa riguardante gli impianti TVCC. Nulla vieta però di adottare questo metodo da subito, anche perché i bersagli di prova sono liberamente disponibili sul sito dell’Home Office.



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