domenica, 28 aprile 2024

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Smart city: la sfida è semplificare la complessità

19/01/2024

di Ilaria Garaffoni

Una progettazione attenta, lungimirante e con un visione del lungo periodo che comprenda non solo la parte tecnologica, ma anche la livability, il welfare e la sostenibilità come linee guida dell’architettura urbana: questo l’unico percorso di semplificazione della complessità che può davvero garantire il successo di una smart city. Se ne è parlato il 25 Ottobre a Bologna al talk show “Smart City tra progettazione, trasformazione digitale, privacy e tecnologia: casi pratici e metodologia”, organizzato da Ethos Academy e favorito da Crisma Security nel quadro dell’11esima edizione di DIGITALmeet promosso da Fondazione Comunica e ICenter TAG Padova.

A Bologna si è partiti affrontando la questione della mobilità (tra i temi più sentiti per intraprendere un percorso di intelligenza urbana digitale) e della necessità di favorire lo sviluppo delle competenze tecniche con l’intervento di Daniele Vacchi, Direttore di ITS Maker e Former Director Corporate Communications presso IMA spa e Presidente dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale. Si è poi passati ad esaminare i progetti di sviluppo digitale di Bologna – digital city per eccellenza ed unica città italiana a sperimentare architetture evolute come il digitale twin – con l’intervento di Franco Cima, Consigliere Delegato Agenda Digitale Affari Istituzionali e Innovazione normativa della Città Metropolitana di Bologna. Certo per usufruire dei servizi innovativi che può offrire una città smart, è essenziale che a tutti sia assicurata un’alfabetizzazione digitale.  

La città smart esige cittadini smart?

Questa la prima domanda da porsi nell’affrontare tematiche così squisitamente tecnologiche. Gianni Potti, Presidente della Fondazione Comunica e founder DIGITALmeet, ha accennato ad un futuro nemmeno troppo lontano: la costruzione della società 5.0, che combina tecnologie avanzate con il benessere umano e la sostenibilità affacciandosi sulle smart city. E come “digitalizzare le persone” e superare il digital divide presente nel paese? Studiando il digitale come materia per ogni ordine e grado scolastico.

Progettare la smart city

Si è quindi entrati nel vivo del tema progettuale con l’intervento di Alessandro Bove, Ricercatore di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università di Padova, che ha rammentato che, oltre al fattore tecnologico e politico, molto penetrante e pervasivo in queste logiche, la vera criticità progettuale resta sempre proprio il fattore umano (si pensi solo all’elemento generazionale degli interlocutori nella PA). E’ quindi essenziale una profonda attività riformatrice e di svecchiamento e specializzazione delle competenze.

Normare la smart city

Il testimone è poi passato a Marco Soffientini, Avvocato esperto di privacy e Diritto delle Nuove tecnologie, che ha illustrato la complessa cornice normativa privacy che regola l’installazione di tecnologie “invasive” di sicurezza come la videosorveglianza intelligente. 

Ma è toccato a Gian Guido Nobili, Responsabile Area Politiche per la Sicurezza urbana e integrata, Cultura della Legalità e Polizia locale della Regione Emilia-Romagna e Coordinatore nazionale del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana (FISU), promuovere o bocciare la tecnologia con una disamina degli studi dedicati alla sua efficacia in termini di sicurezza urbana. La TVCC è stata promossa con riserva: si mostra infatti assai più valida sul piano forense della detection che sul terreno della prevenzione e deterrenza.

Vivere la smart city

Ma si tratta forse di una distinzione obsoleta, dal momento che la videosorveglianza – e tutte le tecnologie evolute di sicurezza come i radar – ormai svolgonofunzioni attive e proattive di sicurezza: dalle piattaforme PSIM che integrano diversi sistemi in un’unica modalità di gestione ai radar che allertano il personale solo se e quando davvero si verifica un evento degno di attenzione. Ne ha parlato Donato Preite, Chief Technology Officer di Crisma Security, nell’illustrare alcuni casi di studio su mobilità e ottimizzazione del traffico (progetto di corsia dinamica in A4 a Milano) e di sicurezza delle infrastrutture critiche (Aeroporto di Palermo e di Bologna, Centrale Elettrica di Brindisi, Gasdotto TAP, Olgiata, Data Center TIM). 

In conclusione: piccola o grande che sia, con grandi budget o budget medio-piccoli: una progettazione smart può rendere la città intelligente davvero patrimonio di tutti. La tecnologia è matura, le competenze sono in via di formazione e le normative rincorrono un progresso ormai inarrestabile che necessita di una cornice regolamentare anch’essa dinamica. La vera sfida – per progettisti, produttori e integratori di sistemi - è semplificare la complessità.



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