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Termografia e discariche: protezione contro incendio e fumo

09/11/2023

Le termocamere rilevano le temperature attraverso la misurazione dell’intensità di radiazione infrarossa emessa da un corpo (qualunque oggetto con temperatura superiore allo zero assoluto emette tali radiazioni). La termografia permette dunque di eseguire controlli di temperatura non distruttivi e non intrusivi. I campi di applicazione sono molteplici: dai termoscanner per la temperatura corporea alla termografia ispettiva per controllare processi produttivi e rilevare differenze termiche anche minime che possano essere causa o evidenza di falle. Qui ci concentriamo sulle possibili applicazioni in materia antincendio.

di Amedeo Basile - Business Development Manager Thermal Outdoor | Thermography | Security presso HIKMICRO Italy 

Innanzitutto: perché usare la termografia contro fuoco e fumo? Quali vantaggi presenta rispetto ad altre tecnologie nate per l’antincendio? Il primo vantaggio è che le camere termiche rilevano l’anomalia di temperatura prima dello sviluppo del fuoco e funzionano anche all’aperto, mentre i sensori a campionamento – come i rilevatori di fumo - rilevano il fuoco solo in ambienti chiusi, dopo che il fuoco si è sviluppato e quando il fumo ha raggiunto concentrazioni più basse rispetto ai rilevatori (con rischi per la salute degli occupanti e rilevanti danni al patrimonio). 

Anche le telecamere visibili permettono di rilevare il fuoco solo quando si è già sviluppato ed ha iniziato a generare fumo. Inoltre la visibilità delle telecamere è soggetta a fattori ambientali quali buio, forte luce, vento, neve, nebbia o pioggia, mentre le termiche non temono buio né meteo avverso. 

Per cosa usare la termografia

Le camere termiche possono trovare applicazione nella prevenzione di incendi industriali, dal momento che il CO.P.I (codice di prevenzione incendi DM 3 agosto 2105), reso obbligatorio dal DM 12 aprile 2019, presenta un’apertura alle camere termiche con la previsione di “soluzioni progettuali alternative”, in particolare in caso di impianto IRAI, deputato a rivelare l’incendio e a segnalare l’allarme con la massima precocità. Mentre le termocamere generano infatti informazioni anche in presenza di fumo e polveri e permettono di misurare in maniera continuativa la temperatura di una superficie, evidenziando qualunque anomalia e dunque lo stesso potenziale principio di incendio, i comuni rivelatori di calore e fumo allertano il sistema solo quando l’incendio è già innescato. Associando quindi le camere termiche ai rivelatori automatici d’incendio si potrebbe configurare – esibendo le necessarie documentazioni progettuali, prove e certificazioni di idoneità tecnica del professionista – un esempio di “soluzione alternativa” prevista dal Codice.

Termografia per proteggere le discariche

Un esplicito riferimento normativo alle camere termiche, assieme ai sistemi antintrusione, per utilizzi antincendio si trova invece nel Decreto 26 luglio 2022, pubblicato in GU l’11 Agosto 2022, dal titolo “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per gli stabilimenti ed impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti”.  Tale RTV (Regola Tecnica Verticale), applicabile agli stabilimenti e impianti che effettuano stoccaggio dei rifiuti in via esclusiva o a servizio degli impianti di trattamento di rifiuti, esclusi i rifiuti inerti e radioattivi, nonché ai centri di raccolta di rifiuti di superficie superiore a 3.000 m², indica - tra gli impianti tecnologici di servizio all’attività - anche i sistemi di misurazione della temperatura mediante l’utilizzo di termiche. Il ciclo di gestione dei rifiuti comporta infatti molteplici problematiche ed è in ogni fase soggetto al rischio di incendio, con annesso pericolo di rilascio di diossina – assai dannosa per la salute e a forte impatto ambientale. Nelle discariche la camera termica può monitorare tutte le fasi di gestione e controllare le fosse di carico, che preludono alla fase di incenerimento. 

Perché nelle discariche?

Perché si è arrivati a questo provvedimento? Sono purtroppo i numeri a parlare: in Italia si sono registrati250 incendi in impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti in meno di tre anni, spesso anche in casi in cui erano in programma o addirittura già in corso controlli da parte di autorità competenti. Questo perché spesso le discariche non sono dotate di sistemi di sorveglianza: la scarsità di monitoraggio e controlli porta a situazioni di sovraccarico produttivo con incremento del rischio incendio. Il materiale stoccato può poi essere non gestibile (o non economico da gestire perché magari non correttamente differenziato), dando luogo al fenomeno – non infrequente - di incendi dolosi “liberatori” delle stesse imprese. Il traffico di rifiuti è infine un’attività notoriamente redditizia per la criminalità organizzata. 

Abbandono di rifiuti: penale per tutti!

Il 10 ottobre 2023 è entrata in vigore la legge 137/2023, che stabilisce anche per i privati cittadini che l’abbandono di rifiuti comporta un’ammenda penale da 1000 a 10.000 euro – e non più una sanzione amministrativa da 300 a 3000 euro - con raddoppio dell’importo in caso di sversamento di rifiuti pericolosi. Per titolari di imprese ed enti è previsto l’arresto o un’ammenda fino a 26.000 euro. Il comma 1 dell’articolo 6-ter ha infatti  modificato l’articolo 255 del d.lgs. 152/2006, rubricato “Abbandono di rifiuti”, prevedendone la trasformazione da illecito amministrativo a reato contravvenzionale. 


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