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Homeland security: in crescita ma occhio ai costi

03/11/2023

La Homeland Security (HS) racchiude in sé la difesa militare, quella civile, la pubblica sicurezza e l’intelligence nazionale, occupandosi degli aspetti relativi alla protezione della popolazione da eventi indotti dall’uomo - quali terrorismo, sabotaggio, etc. - o naturali – come inondazioni, terremoti, etc., utilizzando i sistemi specialistici di homeland protection, condivisi poi in rete tramite i sistemi di comunicazione integrati. 

di Giovanni Villarosa - Laureato in Scienze dell’Intelligence e della Sicurezza, esperto di Sicurezza Fisica per Infrastrutture, CSO e DPO, membro del comitato tecnico-scientifico del CESPIS, Centro Studi Prevenzione,  Investigazione e Sicurezza

Ad esempio, le forze di polizia statunitensi impegnate nelle attività operative di lotta al terrorismo, al contrasto del traffico di droga all’immigrazione clandestina, controllano le frontiere utilizzando tecnologie elettroniche particolarmente sofisticate, analizzando poi, in una sorta di datafusion, tutte le informazioni raccolte tramite le attività Comint (communications intelligence), Sigint (signals intelligence), Elint (electronic intelligence) e Radar, specialità tipiche dell’intelligence governativa, ma nello specifico utilizzate come contromisura preventiva nel contrasto delle attività criminali. 

Minacce umane e naturali

L’obiettivo principale di ogni Dipartimento HS (DHS), laddove esistente, è quello di proteggere la propria nazione da qualsivoglia forma di minaccia; identificata come una linea geopolitica di separazione fra Stati, corrispondente alla volontà politica di garantirne la sicurezza nazionale, questo perché successivamente ai tragici attacchi del 9/11, apparve subito chiaro come il confine fra la security e defence fosse, di fatto, diventata evanescente soprattutto in termini geografici.

In Italia

Anche in Italia durante l’emergenza Covid-19 si è manifestata l’assenza, per altri versi, di un funzionale Dipartimento HS; nella nostra architettura amministrativa, il concetto di homeland security viene declinato (per astrazione) in sicurezza nazionale, indirizzandosi sulla protezione delle infrastrutture critiche nazionali, della popolazione e dei confini di Stato, infatti similari funzioni le ritroviamo come specifiche competenze nel Ministero dell’Interno (con la Polizia di Stato quale ufficio di security, la Difesa Civile e i Vigili del Fuoco quali uffici di safety), e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (DIS, AISI e AISE quali agenzie intelligence e di sicurezza nazionale, la Protezione Civile come dipartimento di protezione dai disastri naturali e non). Da tutto ciò si evince come la sicurezza, al di là delle ragioni etimologiche/epistemologiche, rappresenti di per sé un’astrazione multidimensionale, che assume un significato diverso su soggetti diversi.

Sicurezza dei territori 

La sicurezza urbana ed extra-urbana dei territori è un’altra delle esigenze homeland che la società sente di più; la prevenzione di comportamenti socialmente pericolosi nessi in atto della criminalità, la capacità di resilienza nei momenti di crisi, come pure l’opportunità di  poter operare investigazioni efficaci immediatamente dopo accadimenti rilevanti, implica una costante sfida che necessita di strumenti tecnologicamente avanzati e sempre più performanti. Oggi, le soluzioni che i mercati propongono nel settore homeland sono tipicamente dual use (militari/civili), finalizzate e progettate per offrire una rispondenza completa alla sorveglianza sociale e territoriale che soddisfi, con efficacia ed efficienza, la crescente domanda di sicurezza da parte dei cittadini.

Un mercato in crescita

Secondo le ultime stime globali di settore, il mercato verticale della Homeland Security salirà di circa 20 punti percentuali nel quinquennio 21/26, passando dai 133 miliardi $ del 2021 ai 158 miliardi previsti entro l’anno 2026; questo grazie alla disponibilità di tecnologie smart di ultima generazione (5G) associate ai sistemi wireless a banda larga, tutte piattaforme tecnologiche necessarie per la protezione infrastrutturale, un distretto molto delicato all’interno del perimetro HS, luoghi critici dove l’aumento delle violazioni di sicurezza e gli attacchi hacker sono particolarmente sentiti, e che hanno reso necessaria una più stringente protezione dei due ambiti più nevralgici: le reti IT e OT (information technology e operational technology).

Sicurezza fisica e logica

Vulnerabilità e rischi che il mercato ha immediatamente analizzato, proponendo diverse contromisure in soluzioni spendibili all’interno delle specifiche componenti di security (sicurezza fisica e logica), vale a dire: con sistemi di analisi video e videosorveglianza supportati dall’intelligenza artificiale, controllo degli accessi, sistemi e tecniche di cybersecurity, ovverosia, firewall, threat intelligence, cifratura, segmenti quest’ultimi, tipici dei mercati verticali cyber. 

Ed è proprio la security, e il perimetro della sicurezza fisica, quella che rappresenta per valore e contenuti il mercato primario del settore HS, perché delinea il baricentro di protezione degli asset fisici, come gli hardware, i software, la protezione dei dati personali, gli edifici stessi, etc, da tutta quella galassia di minacce specializzate in attacchi fisici (sistemi di gestione delle infrastrutture, risposta alle emergenze, gestione dei disastri naturali, etc).

Gli ostacoli

Ma se è vero che i mercati della homeland sono in forte ascesa, e ancor più vero come questo percorso non sia esente da ostacoli; infatti, la più grande difficoltà della crescita verticale è rappresentata dagli alti costi, la voce più importante quando si parla di protezione delle infrastrutture critiche, di strutture per la difesa, delle teleco, dell’industria, l’energia e i trasporti, tutti dipartimenti dove servono importanti e ingenti investimenti, prima e dopo la realizzazione, in particolar modo quando si affronta il delicato tasto delle manutenzioni: la vulnerabilità madre di ogni infrastruttura!



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