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Dissesto idrogeologico: la tecnologia può dare sicurezza?

14/07/2023

La drammatica alluvione che ha interessato l’Emilia Romagna e parte delle Marche ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della gestione del rischio idrogeologico. Molti hanno ipotizzato di utilizzare i fondi del PNRR per far ripartire le aree più colpite; altri hanno gridato alla mancata manutenzione degli argini dei fiumi e all’urbanizzazione selvaggia dei territori; pochi però hanno analizzato la questione sotto il profilo tecnico. Cosa può fare la tecnologia? 

della Redazione

Sul piano del PNRR, occorre primariamente rilevare che tutti i fondi prevedono già destinazioni ben precise, quindi spostarli su altre iniziative non è affatto banale. Tanto premesso, un investimento per la riduzione del rischio idrogeologico è presente nel piano, anche se quasi metà di tali fondi (1,15 miliardi di euro) è già stata assegnata per le infrastrutture danneggiate da frane e alluvioni precedenti al disastro di Maggio. La buona notizia è che restano tuttavia 1,29 miliardi per interventi di messa in sicurezza, monitoraggio e prevenzione, anche se la selezione dei progetti è già iniziata.

La tecnologia contro il dissesto

Veniamo ora alla tecnologia, tema centrale del nostro magazine. Sono proprio gli strumenti di monitoraggio e di controllo che può offrire la tecnologia del nostro settore industriale a fornire un interessante contributo di contrasto e prima ancora di prevenzione di rischi ambientali, catastrofali e fenomeni climatici estremi. Di seguito proponiamo due interessanti contributi di esperti del settore: uno più squisitamente progettuale e l’altro più tecnico e tecnologico.

La smart city per combattere i fenomeni climatici estremi

La smart city può essere un valido strumento di aiuto e supporto nel combattere il cambiamento climatico, con tutti i rischi ad esso connessi. La smart city offre infatti tecnologie che consentono di leggere il territorio, di raccogliere informazioni, di monitorare le situazioni più a rischio, ma soprattutto tecnologie che ci consentono di analizzare questi dati (soprattutto i big data che richiedono un’importante capacità computazionale). Ed ancora, attraverso l’intelligenza artificiale possiamo costruire degli scenari d’impatto per ipotizzare i possibili fenomeni che dovremmo essere costretti a fronteggiare ed elaborare le possibili risposte ed elementi di cura del territorio.  Last but not least, possiamo immaginare di costruire un digital twin attraverso il quale attivare tutte le possibilità di studio volte alla messa in sicurezza nei nostri territori. 

Ing. Alessandro Bove, Ricercatore di tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico di secsolutionforum

La tecnologia per prevenire e mitigare il rischio idrogeologico

La tecnologia può svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, offrendo strumenti e soluzioni che aiutano a monitorare, prevedere e gestire meglio gli eventi legati all’acqua. Tra questi in particolare l’intelligenza artificiale (AI) può svolgere un ruolo significativo nella gestione del rischio idrogeologico e le tecnologie AI, come l’apprendimento automatico (machine learning) e l’analisi dei dati, possono contribuire alla prevenzione, alla mitigazione e alla gestione degli eventi idrogeologici. 

Alcune delle possibili applicazioni della tecnologia in questo ambito:

1. Monitoraggio remoto dei dati

L’utilizzo di sensori, telecamere e strumenti di monitoraggio remoto può consentire di raccogliere dati in tempo reale sulle condizioni idrogeologiche, come la pioggia, il livello delle acque, la qualità del suolo e altri parametri e proprio le applicazioni basate su AI possono essere utilizzate per analizzare questa grandi quantità di dati, consentendo di identificare modelli, correlazioni e anomalie che potrebbero indicare rischi idrogeologici imminenti. Ciò può aiutare a rilevare a individuare precocemente situazioni di pericolo, ad esempio eventi di inondazione o frane, quindi permettere di avviare le misure necessarie per prevenire questi disastri.

2. Modellazione, simulazione e previsione

L’AI può essere utilizzata per sviluppare modelli di previsione idrogeologica più accurati: attraverso l’apprendimento automatico, i modelli possono essere addestrati utilizzando dati storici e variabili ambientali per prevedere il comportamento dei sistemi idrogeologici in risposta alle condizioni meteorologiche, al terreno e ad altre influenze. Ciò consente di ottenere previsioni più precise sugli eventi idrogeologici e di prendere decisioni informate sulla gestione del rischio, fornendo stime più accurate sugli effetti delle piogge intense, delle inondazioni o dei movimenti di terra.

3. Sistemi di allarme precoce

Basandosi sui dati di monitoraggio e sui modelli di previsione, è possibile sviluppare sistemi di allarme precoce che avvisano le comunità e le autorità competenti in caso di imminente rischio idrogeologico, aiutando gli esperti a valutare gli scenari di rischio, a identificare le azioni più efficaci per mitigare il rischio e a pianificare la risposta di emergenza.

4. Ingegneria di difesa

La tecnologia può svolgere anche un ruolo chiave nella progettazione e realizzazione di opere di ingegneria idraulica e civile per prevenire o mitigare gli effetti dei disastri idrogeologici. Ad esempio, l’utilizzo di sistemi di drenaggio, di dighe, di canali di scolo e di opere di protezione costiera può contribuire a gestire le acque in eccesso e a ridurre i danni causati dalle inondazioni.

È importante però sottolineare che la tecnologia da sola non può risolvere completamente il rischio idrogeologico; può però rivelarsi uno strumento prezioso per migliorare la gestione delle situazioni di emergenza e ridurre l’impatto di eventi avversi legati all’acqua. È fondamentale combinare l’uso della tecnologia con un’adeguata pianificazione del territorio, la consapevolezza delle comunità locali e la cooperazione tra istituzioni, esperti e popolazione per affrontare in modo efficace questa sfida.

Ing. Mario Pasquino, Chief Information Officer Security Trust



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