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Work-life balance: una nuova sfida per l’imprenditore di successo

12/06/2023

I nuovi scenari impongono un momento di riflessione sulla nostra capacità di trovare il giusto equilibrio tra la sfera lavorativa e quella privata. Il termine per definire questo delicato algoritmo è “Work life balance”, concetto nato negli anni 70 in Gran Bretagna e tornato in voga, per riassumere il concetto di pacifica convivenza tra l’ambito professionale e quello privato.

di Marco Biagi -  Sales Manager e formatore 4humans.it Autore del libro “Appunti di un commesso viaggiatore”

Gli anni 90 avevano fatto credere che sull’altare del benessere potevano essere sacrificati famiglia ed affetti personali senza conseguenze, incoraggiando imprenditori e manager a lavorare a ritmi impressionanti, arrivando a dare la disponibilità completa all’azienda fino a sette giorni su sette, spesso con conseguenze gravi per la salute. Ma deve proprio essere necessario arrivare a confrontarsi con un problema di salute o con lo sfacelo familiare? Qual è la priorità per mantene l’equilibrio tra vita privata e lavoro?

Sacrificare la famiglia?

Molti imprenditori e manager pensano ancora che, all’occorrenza, bisogna saper scegliere tra famiglia e lavoro. Un luogo comune per alcuni imprenditori è che la famiglia sia un intralcio alla propria carriera. Molti figli di grandi imprenditori hanno dichiarato l’assenza del padre e la sua anaffettività: dedito all’Azienda 24/24, il padre-manager motivava la sua assenza con l’alibi del “lo faccio per voi”. Cos’altro sposta l’ago della bilancia verso il lavoro come unica passione della vita?

Molti imprenditori di successo, mentre in azienda ottengono il “sì cosmico” dagli yesman e dai collaboratori desiderosi di compiacerlo, quando arrivano a casa si devono confrontare con una moglie che li contraddicono e con figli difficili da educare. Mentre ai dipendenti si possono dare veri e propri diktat, in casa non si può usare la stessa comunicazione: servono ascolto, comprensione e pazienza. Fare soldi, alla fine, può essere più semplice che crescere ed educare bene un figlio ed avere una famiglia stabile. Ma è davvero necessario scegliere?

Organizzare il tempo

Efficientare non vuol dire eliminare la famiglia, ma imparare ad organizzare il tempo. Capire che si può gestire con successo entrambi gli ambiti. La famiglia e la sua gestione integrata è la vera cartina tornasole del successo. I principi a cui aderiamo sono l’architrave su cui poggia la nostra vita privata e lavorativa. Una vera e propria pietra angolare su cui costruire un po’ alla volta la propria carriera professionale e allo stesso tempo contribuire alla formazione della famiglia. Il libro “La mente milionaria”, scritto da Thomas J. Stanley, descrive in modo dettagliato le caratteristiche di milionari americani che hanno creato ricchezza come prima generazione. Lo studio è estremamente interessante: i ricchi lavorano sodo, sanno risparmiare e hanno una loro ricetta personale per godersi la vita. Sono persone in work-life balance perché sanno scegliersi il coniuge adatto, un coniuge che li appoggia, creano alleanze sane con le persone e adottano uno stile di vita che prevede un equilibrio tra gli impegni lavorativi e familiari.

Alleanze e appoggio

Parlando di alleanze e appoggio: si ottengono solo dando qualcosa in cambio. Se i tuoi figli non stanno con te dipende da cosa proponi loro. Se ti trovano anche nel fine settimana sempre con gli occhi e la mente sul cellulare, non avranno voglia di passare il loro tempo libero con te. L’equilibrio è qualcosa su cui lavorare tutta la vita. Cambiano i contesti nel corso del tempo, ma soprattutto cambiamo noi. Il post pandemia ha fatto ad esempio emergere il fenomeno dello smart working. Al primo impatto sembrava qualcosa che potesse coniugare lavoro e vita privata. Ma quale reale impatto ha avuto? Per alcuni imprenditori buono, per altri meno. Alcuni impiegati preferiscono lavorare in ufficio, altri vorrebbero alternare. Molta confusione è nata perché lo smart working non è stato ben gestito. Alcuni lavorando da casa non sono risultati produttivi, coinvolti nel girone della famiglia, disturbati continuamente dalla realtà quotidiana di figli e moglie. Altri si sono trovati a lavorare anche dodici ore al giorno a testa bassa senza guardare l’orologio. Essere al lavoro a casa e dover pensare alla salute, alla spesa e ai figli che richiedono attenzione implica saper porre dei confini tra lavoro e conviventi. 

Il tempo, la risorsa più preziosa

La vita dell’uomo è scandita dal passare del tempo, viviamo in un mondo fluido in continuo cambiamento. Il tempo è la nostra risorsa principale, la più preziosa che abbiamo. Abbiamo solo 24 ore da dividere in tante attività, quindi di per sé non viviamo in abbondanza di tempo. Se poi pensiamo che non lo abbiamo, vivremo nell’abbastanza, quindi costantemente in affanno.

Nel considerare il nostro work-life balance, è fondamentale pensare alle emozioni nostre ed altrui, perché è necessario viverle e saperle riconoscere nella vita personale e professionale. Viverle con intelligenza emotiva. Non solo quelle belle, ma anche le negative. E’ opportuno individuare i confini della nostra operatività, imparando a dire no o sì a noi stessi. Se abbiamo bisogno di un altissimo livello di concentrazione è fondamentale saperci isolare anche se in casa ci sono altri, creando opportune barriere fisiche. 

Poco ma buono

Onestamente dobbiamo anche saper fare un calcolo della nostra reale energia (a volte scarseggia). Vilfredo Pareto enunciò il famoso principio del 20/80. Dal suo studio sono emersi dati interessanti ed un principio empirico secondo cui, sintetizzando, poche attività ben scelte possono dare grandi risultati. Da qui diventa indispensabile, nella delicata gestione delle nostre risorse, saper scegliere le attività che porteranno risultati a dispetto delle attività energivore che non porteranno risultati apprezzabili. Non guardiamo chi sembra riuscire in tutto: i paragoni sono frustranti. Le persone di successo rimaste stabili nel tempo hanno semplicemente fatto le scelte giuste per conciliare vita privata e lavorativa.

Integrare vita-lavoro

Non più bilanciamento tra sfere opposte, ma integrazione delle due aree che fanno parte della nostra vita. L’inclusività favorisce l’integrazione, così un individuo con il sostegno familiare positivo può sentirsi più motivato e supportato nell’ambiente lavorativo, aumentando la propria produttività.

Inoltre le aspettative familiari e le pressioni possono influenzare il modo in cui un individuo si approccia al lavoro e il suo livello di impegno e motivazione. Per esempio, un individuo che ha una famiglia che valorizza il successo lavorativo potrebbe sentirsi spinto a lavorare intensamente e ad avere successo, mentre un individuo che ha una famiglia che non considera il lavoro importante potrebbe avere minore motivazione e meno impegno sul lavoro. 

Per concludere, la gestione della famiglia può influire significativamente sul rendimento lavorativo di una persona, ma è importante tenere presente che non è l’unica variabile che attesta il nostro successo o l’insuccesso lavorativo. Nei prossimi articoli vedremo altri fattori che influiscono sulla nostra capacità di ottenere il successo mantenendo l’equilibrio tra vita privata e lavorativa. 



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