lunedì, 29 aprile 2024

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Smart city: un mercato verticale dai numeri vertiginosi

15/05/2023

Analisti, sociologi, diversi studiosi di settore hanno calcolato che entro l’anno 2050 circa l’80% della popolazione appartenente ai paesi sviluppati vivrà stabilmente all’interno di aree fortemente urbanizzate e tecnologicamente avanzate: parliamo delle Smart City. Le città intelligenti rappresentano per qualsiasi amministrazione pubblica l’obiettivo strategico per la governance della cittadinanza (vivibilità degli spazi, accessibilità dei servizi, etc); peraltro, si sta rivelando un potenziale strumento di sviluppo e crescita economica anche per tutte quelle aziende smart che vi operano all’interno.

di Giovanni Villarosa - Laureato in Scienze dell’Intelligence e della Sicurezza, esperto di Sicurezza Fisica per Infrastrutture, CSO e DPO, membro del comitato tecnico-scientifico del CESPIS, Centro Studi Prevenzione, Investigazione e Sicurezza

Per realizzare una città smart un tassello fondamentale sarà l’impiego dell’intelligenza artificiale (AI) nei processi amministrativi, o in quelli operativi, come ad esempio nella mobilità, utilizzando i dati geospaziali (GPS) per migliorare la gestione dei flussi di traffico veicolare, con una viabilità regolata da semafori intelligenti e utilizzata da auto e mezzi pubblici con un alto livello di integrazione IoT.

Smart city = wireless

Smart city significa fondamentalmente reti wireless, connessioni ultra veloci 5G, sviluppo di infrastrutture pubbliche intelligenti, dove tutti i devices interconnessi si scambieranno on time milioni di informazioni e dati in tempo reale, permettendo agli enti locali una gestione amministrativa sempre più fluida, efficace e funzionale. Non v’è dubbio che la creazione di città intelligenti consentirà una transizione graduale verso tutti quei progressi tecnologici che aiuteranno positivamente le amministrazioni nell’ottimizzare i processi e le risorse che miglioreranno la governance, incrementando contestualmente la qualità della vita. 

L’apporto dell’industria della security

Dunque, l’intelligenza artificiale sarà di fatto il settore tecnologico a cui saranno destinati i maggiori finanziamenti del prossimo quinquennio post pandemico (2020-2025), giocando un ruolo chiave, innovativo, proprio all’interno della funzionalità delle smart city. In questo il settore sicurezza non si è fatto trovare impreparato, tutt’altro, essendo già attivi da qualche anno nella costruzione del loro portafoglio per lo sviluppo delle città intelligenti: smart parking, smart grid, smart health, smart mobility, gestione dei rifiuti, etc. 

Investimenti globali

Un mercato globale che secondo gli analisti porterà gli investimenti previsti per le città smart a superare la cifra dei 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 (rispetto ai 220 del prepandemia), di cui almeno 200 quelli investiti esclusivamente nel perimetro del 5G, mediante l’utilizzo dei device IoT supportati dall’intelligenza artificiale. Inoltre, mercati verticali e telco saranno settori sempre più integrati; un salto di paradigma “imposto” dalle nuove reti 5G che gestiranno contemporaneamente sia la governance delle smart city che l’organization delle piattaforme di smart working.

E in Italia 

Nel nostro paese sono numerose le amministrazioni comunali che hanno iniziato i progetti della loro city: secondo stime attendibili entro il quinquennio (2022-27) gli investimenti per soluzioni ICT smart supereranno la cifra dei 1,6 miliardi di euro. Saranno proprio le applicazioni smart (5G, IoT, AI) a contribuire alla riduzione dei costi del traffico urbano e le consequenziali emissioni inquinanti; un abbattimento complessivo dei costi del traffico pari a 6,5 miliardi di euro circa, mentre i costi legati all’inquinamento ambientale scenderanno di circa 400 milioni di euro, grazie alla programmazione digitalizzata dei trasporti, che contribuirà, fondamentalmente, ad un ulteriore traguardo: l’abbattimento di emissioni inquinanti per oltre 650.000 tonnellate/anno di CO2.

PNRR

I fondi europei destinati al nostro PNRR prevedono oltre 10 miliardi di euro di investimenti nei futuri programmi delle città intelligenti, e ben un quarto (2,5 mld) esclusivamente dedicati ai progetti smart delle città metropolitane. Purtroppo però, lo sviluppo di tali progettualità si scontra molto spesso con assurde complessità burocratiche, normative e amministrative, combinazioni ben più ostiche di quelle tecnologiche, o di semplice studio.

Occhio alla cyber

Chiudiamo sottolineando l’altro aspetto chiave ma strettamente correlato alla crescita concreta di una città smart: l’allargamento del perimetro della cybersecurity. Un tessuto urbano profondamente interconnesso e fortemente digitalizzato è soggetto, giocoforza, a sistematiche e continue minacce hacker, dolosamente indirizzate a danneggiare tutto ciò che è amministrativamente interdipendente dalla rete (imprese, cittadini, enti terzi, etc), come pure al sabotaggio funzionale (effetto domino) delle utilities pubbliche, delle cd infrastrutture critiche (energia, viabilità, trasporti, sanità, rifiuti, etc). Le smart city e gli smart building sono settori in continua espansione, oggi decisamente accelerati dai milioni di euro inseriti nei bilanci pubblici dai fondi provenienti dal PNRR, un forte e pericoloso “catalizzatore” per i cybercrime specialist. Ma questa è un’altra faccenda!



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