mercoledì, 1 maggio 2024

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La Sicurezza del Made in Italy

21/03/2023

Made in Italy: in  alcuni settori industriali un vero marchio di fabbrica riconosciuto in tutto il mondo; in altri settori, come la security, un marchio forse meno conosciuto ma non certo di minor valore. Ma come è considerato il made in Italy della sicurezza all’estero? E come se la cava in un mercato locale sempre più dominato dalle multinazionali e dal fai-da-te? Per Assosicurezza la connotazione italiana è un asset strategico per l’utenza, per i progettisti, per chi integra e installa i sistemi. Covid e instabilità geopolitica hanno del resto mostrato la fragilità di un sistema di approvvigionamento concentrato sul far east. E’ quindi ora di portare in luce “La sicurezza del Made in Italy”... un ambizioso progetto di integrazione che parte dalla formazione. 

Intervista a Franco Dischi - Segretario Generaledi Assosicurezza

Come è considerato il made in Italy della sicurezza all’estero e quali sono le aree di export più fortunate? 

I prodotti italiani del nostro settore godono in genere di alta considerazione all’estero. Chi si occupa principalmente di fire vanta un’attività consolidata all’estero attraverso distributori che acquistano in modo programmato facendo scorte importanti (essenziali per garantire buoni prezzi e pronte consegne). Si tratta di aziende in genere relativamente giovani ma con una visione globale del business, altissima tecnologia e grande attenzione ai mutamenti del mercato. I loro reparti R&D si adattano in tempo reale alle richieste e riescono ad anticipare le tendenze del mercato con prodotti di alto livello sia tecnologico che di design, in certi casi firmato da importanti stilisti. Le aree di export sono principalmente il sud Europa, tutti i paesi dell’est europeo, il medio oriente e il nord africa.

E nel comparto security?

Non molte aziende sono coinvolte e per lo più vengono segnalate dai loro distributori per specifiche gare d’appalto (tender commerciali). La maggioranza dei lavori è rappresentata infatti da impianti nel settore delle infrastrutture critiche (aeroporti, porti, infrastrutture militari ecc.), dove è richiesta un’altissima competenza sia nella progettazione che nella realizzazione dell’opera. Parliamo di aziende anche di ridotte dimensioni ma capaci comunque di vincere le gare anche contro grandi player internazionali, grazie al loro livello di competenza e alla capacità di cogliere opportunità su mercati verticali altamente specializzati. Non muovendosi su un mercato molto ampio non possono avere una presenza capillare, ma riescono comunque ad intercettare le opportunità non appena si creano.

Ha citato la competizione dei grandi player. Ma il Covid prima e l’instabilità geopolitica dopo hanno mostrato la fragilità di un sistema di approvvigionamento globale concentrato sul far east. Le interruzioni nelle supply chain, lo shortage della componentistica e i rincari, come pure l’acuirsi delle tensioni commerciali tra USA e Cina, stanno modificando la scacchiera competitiva. E’ il momento per spingere il made in Italy non solo all’estero ma anche nel mercato locale? 

E’ un tema da sempre caro ad Assosicurezza. La promozione del Made in Italy all’estero viene operata principalmente attraverso la partecipazione delle aziende associate a fiere collettive di livello internazionale: un percorso da portare avanti con convinzione, anche se implica tempi piuttosto lunghi. Ci siamo anche posti il problema di promuovere il Made in Italy su un mercato locale che dà chiari segni di ripresa, ma che per i grossi business tende a scegliere le multinazionali che possono offrire delle soluzioni complete. Come possono rispondere le aziende italiane alle tante sfide di mercato, incluse quelle macroeconomiche che lei ha citato? La nostra risposta è stata proprio “Made in Italy”, con tutto ciò che questo implica in termini di credibilità e vicinanza sul territorio, assieme ad un’offerta integrata capace di competere sul mercato e al contempo richiamare marginalità.

Cosa intende fare in concreto Assosicurezza perché il made in Italy riaffermi la sua competitività, nel nuovo scenario di mercato che ci hanno lasciato (si spera) il Covid e le tensioni geopolitiche in atto? 

In Italia vantiamo tante eccellenze produttive che sono sul mercato da decenni: fanno Ricerca e Sviluppo in Italia, producono in Italia, garantiscono vicinanza al territorio. Tutto questo è un asset strategico per l’utenza, per i progettisti, per chi integra e installa i sistemi. Assosicurezza da anni si impegna ad aiutare le aziende associate a valorizzare il loro potenziale, e al contempo a dare un vantaggio culturale, informativo  e strategico a tutta la filiera di mercato. Il progetto “La sicurezza del Made in Italy”, che è stato abbracciato da un folto gruppo di aziende, intende unire tecnologie, knowhow e soprattutto persone per mettere a fattor comune competenze ed esperienze e proporre soluzioni di sicurezza complete, digitalizzare i processi per ridurre costi ed errori e includere soluzioni di cyber security tese a ridurre i rischi di un attacco. L’obiettivo finale è contattare l’utenza finale e gli studi di progettazione influenzando le loro scelte in termini di specifiche di prodotto, in particolare su un target medio e medio/alto e su mercati verticali come ospitalità, trasporti, logistica, industriali, sanità, governance e militare, energy, dell’intera supply chain. Nell’ambito del progetto sarà fondamentale puntare sulla connotazione italiana e sull’ombrello associativo comune, che rafforza l’autorevolezza delle singole aziende e rende più fluidi e istituzionali i rapporti con l’utenza finale. Le integrazioni potranno avvenire con più piattaforme, e potranno essere impostate o finalizzate anche nel momento in cui si concretizzano delle situazioni ed opportunità concrete. 

Questo implica però un passaggio delicato: uscire dalla dinamica del competitor per comportarsi da partner: il mercato è pronto?

La risposta che abbiamo avuto è superiore alle aspettative, quindi direi che il mercato è pronto. Tenga anche presente che un aspetto fondamentale del progetto è il recupero della marginalità sui lavori. Integrare significa infatti aggiungere valore all’offerta che garantisce alta qualità. E’ quindi importante far interagire le diverse tecnologie, ma bisogna anche far dialogare le varie figure che operano nel settore, tenendo presente le normative e i regolamenti tecnici per realizzare le soluzioni a regola d’arte, integrando quindi tecnologie, competenze e persone e conoscenza delle normative. In questo modo si può rispondere allo strapotere delle multinazionali, che ormai dominano anche il mercato dell’antintrusione, ma anche alla ricerca sempre più diffusa di tecnologie di sicurezza su canali non ufficiali o fai-da-te. Si comincia con un tour seminariale in tre tappe, perchè l’integrazione (fatta bene) parte dalla formazione.


maggiori informazioni su:
www.assosicurezza.it



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