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Quanto consuma un impianto di allarme antintrusione?

25/01/2023

di Davide Marcomini - Installatore professionale di sicurezza, ideatore e fondatore del portale Top Security 

Caro bollette + inflazione = disperata ricerca di risparmi per privati e imprese. E se gas ed energia elettrica rappresentano le peggiori preoccupazioni per i cittadini, fioccano le domande sui consumi e su come ridurli: dal PC agli elettrodomestici, dall’ascensore all’allarme antintrusione. Usiamo fasce orarie? Stacchiamo lo stand-by? Si è occupato del tema il blog Top Security Advisor, di cui consigliamo attenta lettura e che da questo numero attiva una collaborazione editoriale con secsolution magazine. Buona lettura.

A causa dei recenti aumenti del costo dell’energia, ci sono arrivate diverse segnalazioni di utenti che a loro volta cercano di comprendere meglio quanto consumi il loro impianto di allarme e se vi sia la possibilità di ottenere un risparmio modificandone in qualche modo il funzionamento. Cerchiamo allora di fare chiarezza su questo tema così sentito.

Non staccate la spina

Innanzitutto l’antifurto (definizione corretta: sistema di allarme intrusione rif. Norme CEI 79-3) in quanto tale è un sistema dotato di controlli attivi h24, che pertanto non può essere spento togliendo alimentazione di rete elettrica al fine di risparmiare nei costi di gestione. A titolo di esempio: togliendo alimentazione alla centrale in presenza di una o più sirene autoalimentate, queste inizierebbero a suonare in modo incontrollato. Ne consegue che l’eventuale disattivazione di un impianto è un’operazione che può essere effettuata da personale tecnico abilitato per eventuali manutenzioni ecc, ma non di certo come avviene per un elettrodomestico, ossia togliendo e reinserendo la spina.

Come rilevare il consumo

Quanto costa quindi la gestione quotidiana di un impianto di allarme intrusione dal punto di vista del consumo energetico? Chiaramente non tutti gli impianti sono uguali, di conseguenza anche i consumi possono variare in base al numero di apparecchiature installate, tuttavia per fare degli esempi pratici è stato preso in esame un impianto medio che potrebbe essere installato in una villetta ad uso abitativo. Per completezza di informazioni va detto che i consumi possono essere facilmente rilevati da un tecnico in possesso di idoneo strumento di misura amperometrica e un semplice calcolo reperibile anche online.

In un impianto medio

La misura istantanea del consumo misurato nel nostro impianto campione è pari a 0,09A (ampère), che tradotto in kwh (chilowattora) restituisce un risultato pari a 0,021Kwh. Tenuto conto del costo dell’energia rilevato in base all’indice PUN – Prezzo Unico Nazionale (che per comodità arrotondiamo a 0,50€ per Kwh), sarà sufficiente moltiplicare il consumo del nostro impianto (0,021Kwh) per il costo dell’energia per Kwh (0,50). Otterremo così il costo dei consumi su base oraria, ovvero 0,105€ poco più di 10 centesimi all’ora. Ora non resta che moltiplicare il costo orario per le 24 ore (0,105 x 24) e il risultato successivo per 30 (giorni/mese). Il consumo energetico mensile che si troverà in bolletta ammonta a 7 euro e 56 centesimi, circa 90 euro nell’arco dei 12 mesi.

Dato rassicurante, in un momento in cui il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente a 360°.



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