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Usi civici, tra rigenerazione urbana e fondi del PNRR

18/03/2022

di Egidio Santamaria, Urbanista e Perito Demaniale, Dirigente Area Tecnica Città di Guidonia Montecelio (RM) e Giovanni De Baggis, Presidente Ordine Periti Industriali di Roma e Provincia

L’Uso Civico è riconosciuto di fatto, in base alla prassi tramandata da tempi remoti. Le forme di godimento si concretizzavano su beni immobili appartenenti ad una comunità e riguardavano il pascolo, legnatico, caccia, semina ecc. L’interesse della collettività generale alla conservazione degli Usi Civici deve contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio,in ragione del vincolo paesaggistico imposto prima dalla Legge Galasso l. 431/85 e poi confermato dal D.lgs. 42/2004, Testo Urbani, all’art. 142 “Aree tutelate per legge” lettera h “le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici”.

Un contributo inaspettato, ai fini della protezione ambientale, arriva con l’entrata in vigore della Legge n. 168/2017 del 20 novembre 2017. In quella sede il Legislatore sottolinea il ruolo fondamentale degli usi civici nella protezione ambientale e paesaggistica, essendo «strumenti primari per assicurare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale» e «basi territoriali di istituzioni storiche di salvaguardia del patrimonio culturale e naturale». I progetti che riguardano la rigenerazione urbana, la qualità dell’abitare, la pianificazione urbanistica e ogni trasformazione del territorio non possono prescindere da un’analisi del territorio, essendo necessario individuare e perimetrare i  confini delle terre gravate dall’uso civico. 

Uso sostenibile della risorsa

È importante, altresì, promuovere esperienze sociali in determinati beni o “ex-luoghi”. Le Amministrazioni Pubbliche devono prevedere nei loro progetti di riqualificazione, valorizzando i beni appartenenti al Demanio Civico, una destinazione a fruizione collettiva, riconoscendo forme di autogestione di gruppi sociali organizzati. La gestione dei beni appartenenti al “Demanio Collettivo” deve essere affidata alla collettività, che ne garantisce l’organizzazione in modo aperto, partecipato e democratico. In questo modo si garantisce un uso sostenibile della risorsa naturale, tra l’altro protetta per Legge. 

Piano Nazionale di Ripresa e resilienza 

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e resilienza) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu. Sono previste ingenti somme da destinare alla ripresa economica, suddividendo l’investimento in 6 missioni, tra le quali si staglia la transizione ecologica. In questo particolare momento storico bisogna tenere alta la guardia cercando di sensibilizzare sul tema della tutela del territorio in ogni sede coinvolgendo i decisori finali. A monte del processo decisionale, devono essere garantite le corrette valutazioni tecniche e politiche, nell’interesse della sostenibilità ambientale sociale ed economica. Già nella fase della pianificazione è necessario prevedere un elaborato ricognitivo dei beni immobili appartenenti al “Demanio Collettivo” gravati da “Uso Civico”, da porre a base del processo decisionale. Gli Usi Civici rientrano quale componente ambientale e paesaggistica, pertanto devono essere considerati in ogni trasformazione urbanistica e del territorio che si intende avviare. Solo elaborando un documento pianificatorio/ricognitorio si potranno tutelare i territori dove da tempo immemorabile si praticava l’uso civico da parte dei “capi famiglia”, un uso essenziale e necessario per il sostentamento stesso della famiglia. 



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