della Redazione
Nonostante gli alti e bassi del settore registrati negli ultimi anni, l’annuale classifica Security 50, elaborata da asmag.com, nostro partner nella Security Media Alliance, fotografa un comparto sicurezza fisica che si mostra sostanzialmente stabile nelle sue posizioni top, fatta eccezione per l’emergere di un nuovo agguerrito competitor: Motorola Solutions.
Le prime 10 aziende di quest’anno, in base ai ricavi del 2020, sono: Hikvision, Dahua, ASSA ABLOY, Axis Communications, Motorola Solutions, Uniview Technologies, Tiandy Technologies, Allegion, TKH Group, Hanwha. Hikvision e Dahua hanno registrato ricavi nel 2020, rispettivamente di 8,3 miliardi di dollari e di 3,8 miliardi di dollari, crescendo del 7,73 e dell’1,21% rispetto al 2019. Nonostante la pandemia.
Il caso Motorola
Da segnalare nella Top 10 il debutto di Motorola Solutions in quinta posizione: la società ha registrato un fatturato 2020 di 927 milioni di dollari, +30,75% sul 2019. Una crescita che però non sorprende: Motorola Solutions ha infatti iniziato come produttore di apparecchiature radio, ma negli anni ha acquisito una società di sicurezza dopo l’altra: Avigilon nel 2018, IndigoVision nel giugno 2020, Pelco nell’agosto 2020, Openpath nel luglio 2021 e ora Envysion nel novembre 2021, per espandere le linee di prodotto e raggiungere diversi mercati verticali e geografici. Ora, con le soluzioni di videosorveglianza e controllo degli accessi che completano i prodotti radio, Motorola Solutions può rientrare a buon diritto tra i player della sicurezza.
Altre new entry
Tra gli altri nuovi arrivati segnaliamo Smartsens Technology, Intelbras, Gallagher, Foctek Photonics e BlueSky Technologies. Oltre a Intelbras (Brasile) e Gallagher (Nuova Zelanda), tutte le altre sono società cinesi. Vale la pena ricordare che l’indagine si è quest’anno aperta anche a società nazionali o multinazionali quotate in borsa. Pertanto, sono incluse aziende come Smartsens e BlueSky, entrambe focalizzate sul mercato cinese.
Il dragone domina
Parlando di Cina, il dragone domina ancora sulla top 50: quest’anno si contano ben 16 aziende cinesi, che nel complesso assommano la stragrande maggioranza del fatturato totale. Tuttavia alcune hanno spostato il focus su soluzioni non di sicurezza. Infinova, ad esempio, ora si concentra principalmente sui servizi digitali, con la sicurezza che rappresenta meno del 50% del business.
Infinova ha tra l’altro venduto March Networks alla taiwanese Delta e ha in programma di vendere anche Swann.
Kedacom, nel frattempo, si sta concentrando sulle soluzioni di videoconferenza e si è sempre più allontanata dalla sicurezza. E’ prevedibile che nella prossima indagine vedremo un “rimpasto” delle società cinesi (alcune delle quali, pur presenti nella top 50 dell’anno scorso, non sono state quest’anno in grado di confermare i dati, quindi mancano nella classifica 2021).
Il bilancio del Covid
Un altro dato (tristemente) degno di nota nell’indagine di quest’anno è il numero di aziende che hanno segnalato un calo delle entrate 2020. Nonostante il totale complessivo di fatturato sia stato di 25,12 miliardi di dollari, con una crescita di 24,39 miliardi sul 2019, oltre la metà delle aziende - 28 - ha riportato un calo nel 2020, sia nei ricavi che nelle entrate. Questo è il bilancio della pandemia: budget vincolati, taglio delle spese e progetti rimandati hanno inferto un duro colpo anche alle aziende migliori.
Garantire la catena del valore
Nonostante ciò, alcune top 10 hanno segnato crescita o profitti elevati: “garantire una corretta gestione della catena di approvvigionamento è stato fondamentale, come pure aver saputo adattare velocemente le catene produttive in base alle nuove richieste di mercato” (Danielle VanZandt, analista presso Frost e Sullivan). Aumentare le scorte, trovare canali alternativi di trasporto, rafforzare le partnership con i fornitori strategici, accelerare l’R&D verso nuove direzioni arricchendo gli scenari applicativi: queste sono state le strategie messe in campo dalle aziende top.
E la ripresa?
Per quanto riguarda quest’anno e anche il prossimo, parlare di vera ripresa è ancora azzardato. “Il 2021 è stato più che un anno di adattamento per il settore: molti player hanno rivisitato le proprie soluzioni in chiave Covid, hanno immesso nuovi applicativi e dispositivi per facilitare il rientro al lavoro post lockdown. Molti progetti bloccati nel 2020 sono però ripartiti e si stanno oggi avviando a conclusione e molti utenti che hanno sofferto nel 2020 hanno riattivato le proprie capacità di investimento nel 2021. Per questo Frost & Sullivan prevede che il settore registrerà una crescita annua di circa il 3-5%; siamo ancora lontani dai tassi di crescita pre-pandemia, ma è un buon inizio per rimettersi in carreggiata. Frost & Sullivan si aspetta che la crescita potrà tornare lentamente agli stessi tassi di crescita del 7-10%o entro fine 2022: i dati del primo semestre 2021 fanno ben sperare”, ha affermato VanZandt. La domanda del resto è in crescita: ci sono opportunità di mercato nel settore aziendale in termini di trasformazione digitale, riduzione dei costi e aumento dell’efficienza, ma anche da parte delle PMI, che chiedono soluzioni convergenti e più intelligenti.
...quindi?
E quindi, il 2020 ha rappresentato un’anomalia anche nel settore sicurezza, ma flessibilità, innovazione e un atteggiamento lungimirante hanno permesso a molte aziende di mostrare resilienza. Un’ultima nota: il settore sicurezza, come molti altri, è stato radicalmente cambiato dalla pandemia. Ora si occupa anche di sicurezza delle persone, salute, digitalizzazione e lavoro a distanza. Le realtà più agili e flessibili si adatteranno facilmente a questo cambiamento di paradigma e avranno successo.
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