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Interviste

ONVIF: interfaccia comune significa libertà di scelta

Per Bjorkdahl, Chairman, Steering Committee, ONVIF

26/06/2013

Cosa significa interoperabilità? A che punto siamo nel processo di standardizzazione dei dispositivi per video IP? Quanto inciderà lo sviluppo di ONVIF sul sorpasso del video IP sull'analogico? La conformità all'interfaccia ONVIF è sinonimo di qualità del prodotto? Abbatterà i prezzi? Frenerà o incentiverà l'invasione di prodotti low cost nel video IP?
Di questo ed altro abbiamo parlato con Per Bjorkdahl, Presidente del Comitato Guida di ONVIF


Partirei da qualche definizione lessicale. Cosa significano le parole interoperabilità e standardizzazione, con riferimento ad ONVIF?

Per ONVIF l’interoperabilità tra dispositivi network-based per la sicurezza fisica - ossia la capacità di parlare tra loro - è un aspetto cruciale per il futuro dei sistemi di security IP-based. Attraverso l’uso di un’interfaccia standardizzata come quella di ONVIF sarà infatti possibile ottenere una vera interoperabilità. Utilizzando questa interfaccia standard come protocollo di comunicazione tra componenti di un sistema di videosorveglianza network-based e, nel prossimo futuro, anche di un sistema di controllo fisico degli accessi, sarà possibile - per utenti finali, integratori e tutti gli operatori  – scegliere in piena libertà il dispositivo migliore e più adatto al caso specifico.
Inoltre, questa interfaccia comune farà sì che le future aggiunte ai sistemi video o di controllo accessi continuino ad essere compatibili con l’attrezzatura esistente. Questo è uno dei vantaggi della standardizzazione, per venire alla seconda parte della sua domanda.

ONVIF compie 5 anni: a che punto siete nel processo di standardizzazione dei dispositivi per video IP? E sul controllo accessi?

Quando abbiamo lanciato l'iniziativa nel 2008 assieme ad una manciata di aziende, l’industria era sul punto di iniziare la transizione verso l’IP e questo, ovviamente, ha avuto un forte impatto sugli sforzi dei primi anni ONVIF. Ora l’industria si sta muovendo più rapidamente verso la standardizzazione e sembra pronta a cogliere i benefici offerti dall’opportunità di integrare la moltitudine di prodotti che sta entrando sul mercato. Lo dimostra il fatto che l’adozione di standard e la conseguente crescita di ONVIF hanno avuto luogo in tempi molto rapidi. Basti pensare che siamo partiti con qualche azienda e ora contiamo oltre 430 affiliati. Questo sul piano “istituzionale”.

Sul piano tecnico, invece di concentrarci sul rilascio di nuove versioni delle specifiche principali, in ONVIF ci siamo focalizzati sul concetto di “Profilo” all’interno delle stesse specifiche, che comprende il “Profile S” per lo streaming video e, nel prossimo futuro, il “Profile C” per il controllo accessi e l’integrazione video e il “Profile G” per i dispositivi dedicati a recording e storage. Il principale vantaggio è che due prodotti “a Profilo S” potranno funzionare insieme.
Invece di analizzare se una versione di una specifica ONVIF è compatibile con un’altra, o quale caratteristica del prodotto possa interferire con l’interoperabilità, il marchio “Profile S” assicurerà che l’interfaccia funzioni. E questo varrà anche per le future versioni “Profile G” e “Profile C”.

I fondatori dell'ONVIF - e tutto il mercato del video IP - si attendevano che la nascita di standard condivisi accelerasse il sorpasso commerciale delle telecamere IP rispetto all'analogico tradizionale. Invece non è ancora avvenuto, certamente anche per ragioni congiunturali...Quanto manca, secondo lei, alla migrazione completa verso l'IP?

Il video IP è disponibile ormai da più di un decennio e la migrazione sta avvenendo a ritmi molto sostenuti. Numerosi ricerche di mercato prevedono sempre che il “sorpasso” avverrà quando il video IP sarà più venduto della TVCC tradizionale. Credo che invece dovremmo prendere in esame diversi fattori per fare una considerazione realistica sulla migrazione completa.
Ad esempio, c’è un’enorme quantità di TVCC analogica esistente che deve essere manutenuta e che non può essere immediatamente sostituita, ma che già ora sta gradualmente migrando al video IP. Un indicatore del “sorpasso” può già essere già ravvisato nel fatto che l'azienda leader per le telecamere della sicurezza è ora un produttore di solo IP video.
Sono comunque convinto che ONVIF stia velocizzando la transizione con l'offerta agli utenti finali di un percorso di scelta indipendente e “a prova di futuro” già nelle fasi iniziali di un progetto, su sistemi nuovi come nella migrazione da sistemi TVCC analogici esistenti.

Agli esordi del processo di standardizzazione, gli operatori si chiedevano se i prodotti ONVIF-compliant sarebbero costati di meno o di più, se la compliance allo standard ONVIF sarebbe stata garanzia di qualità, e soprattutto se non sarebbe finita con un mercato invaso da prodotti di fascia bassa (ma comunque ONVIF-compliant). Cosa risponderebbe adesso a questi interrogativi?

I produttori degli oltre 3400 prodotti ONVIF-compliant devono affrontare la stessa competizione e gli stessi problemi dei produttori di sistemi non standardizzati, perché l’interfaccia ONVIF non è che una caratteristica della telecamera, dell’encoder o del dispositivo per la registrazione.
Compito di chi fa IP video è investire in un buon prodotto e in una buona qualità dell’immagine.
Ciascuna azienda investirà quindi nella propria interfaccia, che sia proprietaria o standardizzata.
L’interfaccia ONVIF può essere usata come base per le funzioni più comuni, come lo streaming video e il PTZ (pan-tilt-zoom). Perciò la conformità ONVIF richiede un investimento, ma tale investimento va visto come chiave d'accesso ad un mercato più ampio dove coesistono diversi prodotti compatibili tra loro. La standardizzazione di per sé non aumenta né abbassa il costo dei singoli componenti, ma col tempo è in grado di ridurre il costo totale di proprietà.

Per quanto riguarda la qualità dei prodotti conformi, è bene ricordare che ONVIF non è un organo che effettua test e che i test tool sviluppati da ONVIF esigono che le aziende siano per parte loro conformi alle specifiche dell’interfaccia ONVIF. Sta quindi al singolo produttore garantire la qualità del proprio prodotto, non a ONVIF. Tuttavia, ritengo che ONVIF e in generale il processo di standardizzazione portino e porteranno sempre maggiore qualità nel mercato, perché - semplificando il confronto tra prodotti - permettono all'utente finale di fare scelte consapevoli.
Il fatto che ci concentriamo sull’interoperabilità può poi far emergere temi importanti sulla qualità e su come portarla ad essere anch'essa uno standard.



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